I giganti della montagna

[TEATRO]

ROMA- Dal 5 luglio al 7 agosto, nella suggestiva cornice del giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino  (piazza Sant’Alessio 23), si tiene la rassegna teatrale Pirandelliana 2011.

Arrivata alla XIII edizione, la manifestazione tutta dedicata al celebre drammaturgo siculo prevede in cartellone due spettacoli: Sei personaggi in cerca d’autore e I giganti della montagna. E proprio di quest’ultimo parliamo ora.
Opera incompiuta dei primi anni ‘30, I giganti della montagna narra la storia della villa della Scalogna dove il Mago Cotrone ed un gruppo di singolari soggetti vivono e si dilettano fra poesia e situazioni oniriche. Tutto fino a quando non saranno raggiunti da una piccola compagnia teatrale, o quel che ne rimane, capitanata da Ilse e da suo marito: un conte in disgrazia. Lo sparuto gruppo gira il mondo rappresentando La favola del figlio cambiato, sfortunata opera (derisa dal pubblico) scritta per Ilse da un giovane drammaturgo che, rifiutato dalla donna, si suicidò lasciandola fra i sensi di colpa; e nel tentativo di rendere immortale il nome del giovane autore e non vanificarne così la prematura dipartita la compagnia continua questa tournèe fino ad arrivare nella strana villa e con il desiderio di giungere fino al leggendario paese dei giganti della montagna!

Pirandello, autore versatile e dalle mille sfaccettature, non è certo facile da rappresentare senza rischiare di risultare “indigesti” e un po’ pesanti. La regia di Marcello Amici, muovendosi abilmente fra metafore e allegorie, riesce a restituire allo spettatore molte delle chiavi di lettura dell’opera originaria senza cadere in uno sterile enciclopedismo. A non aiutare, certo, è la location che poco si presta ad un’opera così complessa, che di tutto ha bisogno tranne delle “distrazioni ambientali” dovute al traffico cittadino in lontananza e a incontri ravvicinati con qualche animaletto di troppo. Nonostante queste piccole note di colore e qualche momento in cui la rappresentazione poteva essere più “veloce” e dinamica la tensione drammatica dei protagonisti raggiunge in alcuni momenti alte quote. Un giudizio complessivo? Come si direbbe su Facebook: I like it!

Angelo Passero