V. Beltrami, Breviario per nomadi
Il viaggio può prescindere dal mero spostamento fisico, potendo ben rappresentare l’esplorazione personale attraverso la conoscenza di se stessi e del mondo, mossa da una innata curiosità come moto propulsore del giramondo.
Anche l’essere “nomade” si emancipa dall’accezione tradizionale del termine transumanza, ovvero dal non avere una dimora stabile, potendo indicare una certa predisposizione al dinamismo, un animo gitano, un invito quindi a “sradicarsi” dalla propria casa, per dirla alla Magris e a conoscere la terra.
Queste idee costituiscono le fondamenta di Breviario per nomadi di Vanni Beltrami, ripubblicato in una nuova edizione riveduta e ampliata, con una rinnovata veste grafica arricchita dai raffinati disegni a tema di Giancarlo Iliprandi.
Una raccolta di riflessioni sul tema del viaggio ottenuto da fonti variegate: aforismi rubati da ritagli di taccuini tenuti da viaggiatori sconosciuti e ignoti, oltre che dell’autore, proverbi orientali che hanno il sapore intenso e persistente delle spezie, fissati sulla carta dopo essere stati tramandati oralmente da generazioni, memorie di viaggiatori e citazioni di autori celebri in una graziosa miscellanea di lessici, linguaggi ora arcaici e pomposi, ora lievi ed essenziali.
L’italiano aulico di Dante, la delicatezza della lingua di Pablo Neruda e di Antoine De Saint-Exupéry, la chiarezza linguistica di Calvino, che esprime fedelmente la simmetria tra viaggio e narrazione, considerando la carta geografica come oggetto dinamico, sviluppo di un’idea narrativa perché concepita in funzione di un itinerario, evidenziando l’idea che origina la cartografia “La necessità di comprendere in un’immagine la dimensione del tempo insieme a quella dello spazio”.
Il libro, per la sua veste di slim – book (molto più leggero e ingombrante di un normale tascabile), per la sua spensieratezza che rimane comunque pregna di significati da seguire e analizzare in cammino, è particolarmente indicato come lettura da viaggio, attraverso mari e continenti, in nave, in aereo o semplicemente sull’autobus o nella metro che da un punto indefinito, in cui c’è un posto che contiene i nostri oggetti e che usiamo chiamare “casa”, ci porta al posto di lavoro o in qualsiasi altro luogo la necessità o la nostra curiosità ha deciso di proiettarci.
Vanni Beltrami, Breviario per nomadi, Voland, pag. 92, € 10
Milena Mariano
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