Bona Head_ Colours Doors Planet
Suoni retrò, malinconici e zuppi di electro anni ’80. Colours Doors Planet del cremonese Roberto Bonazzoli (in arte Bona Head) sicuramente non rivoluzionerà la discografia italiana, ma è un lavoro apprezzabile dal punto di vista della produzione.
In anni in cui altisonanti nomi di direttori artistici consegnano al pubblico lavori che automaticamente acquistano interesse, Bonazzoli si rimbocca le maniche e decide di auto-produrre un concept album.
Partiamo dalla copertina che ritrae tre porte semi aperte le quali visivamente rimandano alla suddivisione in temi del lavoro: il mondo esterno (viaggio, nebbia e aquiloni), la riflessione (persi nel pensiero o palando con me stesso) e la scoperta (serendipità e Keplero).
L’analisi si potrebbe ampliare associando i tre momenti al titolo dell’album: i colori del mondo, le porte che rappresentano l’analisi introspettiva e la scoperta dei pianeti. Ma questa sinceramente è una nostra forzatura, poiché l’autore non ci fornisce una spiegazione dettagliata delle varie associazioni.
Dal punto di vista musicale l’album, tralasciando la prima parte fredda e statica, è facilmente fruibile e di piacevole ascolto.
Manca di guizzo ritmico risultando troppo incentrato sul mutamento introspettivo di Bona Head. Riesce ad acquistare spessore sul finale ricalcando i suoni che hanno caratterizzato alcune band che del genere electro pop sono stati antesignani, tra i tanti i Depeche Mode.
Colours Doors Planet è un buon punto di partenza per un’artista (polistrumentista) dalle interessanti capacità compositive.
TRACKLIST:
1 Overture (The Traveller)
2 Fog
3 Kites (Lost In Thought)
4 Momentary Visions
5 Before To The Mirrors
6 Talking To Myself
7 September Shock
8 M. Pity
9 Miss Serendipity
10 Kepler (The Reflection)
Paola D’Angelo
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