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The Magic Caravan: Mark Elliott e Naoto Hattori

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[ARTI VISIVE]
the_magic_caravan2ROMA- Dal 28 aprile al 1 giugno 2011 la Dorothy Circus Gallery di Roma ospita la rassegna The Magic Caravan nei suoi spazi in via dei Pettinari, attraverso un’esposizione che vuole portare in scena la magia del mondo del circo, delle sue atmosfere ibride e dalle superfici multicolori, di cui anche noi ci siamo lasciati coinvolgere.

L’evento ha come protagonisti due artisti di spicco della scena del pop surrealism mondiale, ovvero l’americano Mark Elliott e il giapponese Naoti Hattori, due geni a cui la Dorothy Circus ha dedicato due mostre personali (fino al prossimo 20 maggio), ovvero un viaggio affascinante e senza sosta che conduce al confine tra la realtà e l’illusione. Nonostante le tecniche differenti, i due artisti coinvolti nella mostra hanno in comune la capacità di esprimere un universo fatto di simboli e linguaggi variegati, quello del circo appunto, che in questa occasione viene riportato su tele che conservano intatta la sua fragranza speziata.
In tale prospettiva, l’artista Mark Elliott, definito come il pittore della tecnica fotografica, ci trasporta in un mondo lontano, quello dell’America degli anni ’30 e dello stile definito dalla critica Precisionismo, attraverso la realizzazione di opere che hanno come protagonisti delle situazioni comiche e surreali prodotte nei laboratori della fantasia umana, caratterizzate dalla presenza di piccole creature animali che compaiono di tanto in tanto per deliziare lo spettatore con ironia e curiosità.
Il suo stile fortemente contraddistinto sia dall’uso di colori pastello come il rosa e l’indaco, con alternanza di rosso e viola, sia per la precisione, ovvero la meticolosità certosina nel dipingere scene e personaggi, si riflette sui suoi soggetti femminili malinconici e soavi che fuggono lo sguardo dello spettatore, si sottraggono ad essi, ma non per timidezza quanto piuttosto per indurli ad osservare l’intera rappresentazione. Sono soggetti immobili, fermi nell’azione e nel pensiero che ricade sul movimento che si sta svolgendo altrove. E’ facile essere catturati da una visione surreale e catastrofica come quella di una nave che affonda in preda ai tentacoli di un the_magic_caravan1polipo gigante, quello di The Gaterlow, ed è altrettanto seducente il mondo dell’ignoto che si apre nelle incursioni di navicelle spaziali che vanno a colorare i suoi cieli azzurri come in The Spring.

Le visioni di Mark Elliott si confrontano con le fantasticherie, se mi consentite il termine, del giovane Naoto Hattori, il quale estrapola dal suo cappello magico dei microcosmi che, se in parte sembrano ispirati alle tele di Bosch e Arcimboldo, gli consentono di essere unico nel suo genere, nella sua dedizione verso un mondo dove la natura si riappropria dei suoi spazi anche quelli della mente umana, mettendo in mostra creature dagli occhi sgranati e dalle teste morfologicamente svariate, con funghetti e fiori parlanti che si sollevano da terra con zolle al posto di mongolfiere (Genetic Creator). La vivacità dei colori utilizzati dall’artista si riflette anche in situazioni meno complicate come in Perch, dove un albero verdissimo, dotato di parola, sostiene con le sua braccia ramificate i nidi degli uccelli azzurri che in esso hanno trovato una dimora stabile, lontana dalle incursioni di presenze umane.
La definizione maniacale dei personaggi di Elliott e la ricchezza multicolore di Hattori sono il connubio perfetto per vincere la noia quotidiana. Che lo spettacolo del circo abbia inizio!

Eva Di Tullio
Foto per gentile concessione della Dorothy Circus Gallery

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arti visive, Eva Di Tullio, Mark Helliot, martelive, martemagazine, Naoti Hattori, The Magic Caravan

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