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The House of Love & Dissent: Véronique Vergari

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[ARTI VISIVE]

Vronique_Vergari_Andrea_Falletta1ROMA- Spazi bianchi, corpi ibridi senza una vera e propria identità, Véronique Vergari sa dichiarare nelle sue fotografie il suo dissenso con delicatezza e senza urlare. La galleria The House of Love & Dissent ha già nel nome una dichiarazione di intenti: qui Véronique racconta una realtà di solitudini personali e collettive.


Una doppia mostra che affronta, in due spazi diversi, un’emarginazione che schiaccia l’individuo.
All’entrata ci accoglie Les Phrases Cachées, (Le frasi nascoste) una serie di foto bicromatiche in cui il corpo è sfumato, traslitterato. Nell’immagine c’è uno spazio bianco da riempire e un corpo che scappa dallo stesso spazio bianco. Si tratta di una fuga, un movimento perpetuo e confuso che non porta a nulla e che sembra girare su se stesso disperandosi in una corsa senza senso.
L’immagine è offuscata perché per esprimere l’interiorità, la fotografa non vuole puntare su uno sguardo, su un’espressione, sceglie di esprimere il movimento. Grazie ad un moto perpetuo, Véronique toglie i confini e i bordi del corpo e risponde a un’interiorità che, per sua stessa natura, non può avere linee nette. Dopo aver viaggiato nell’abbandono individuale, la Vergari presenta nella stessa location un lavoro di denuncia, Hidden Souls, (Anime nascoste).

Un piede che poggia per terra, qui nulla è vago, qui è chiara la distinzione, qui il bianco e nero non si confondono in un grigio dell’anima, qui l’anima è dolorante e pesante. Scatti semplici, senza stridi, nessuna violenza se non nella storia di quei piedi. Véronique Vergari ricorda un luogo di emarginazione: il Residence Roma, in via di Bravetta, chiamato sinteticamente Residence Bravetta. Nell’agosto del 2007 i cinque palazzi del residence vennero sgombrati definitivamente.
È stato chiuso l’ultimo dei grandi insediamenti abusivi in città: vi vivevano duemila persone”, così chiudeva la storia del Residence Bravetta Walter Veltroni, l’allora Sindaco di Roma. Un luogo d’esilio e di disperazione che era per la gente ospite della struttura aperta nel 1983 l’unico luogo in cui poter vivere. Risposte e soluzioni presentate come alternative ben poche, la disperazione inVronique_Vergari_Andrea_Falletta6 quell’agosto del 2007 era nei manifestanti che si bagnavano il corpo di benzina e minacciavano di darsi fuoco.
Il residence Bravetta, due anni e mezzo dopo la chiusura definitiva, è stato distrutto, ma solo in parte, c’è ancora lo spazio di un ricordo, la domanda sul dove quelle persone siano finite. La Vergari dà voce ad un dolore, il suo racconto è delicato, per ricordare la presenza nello spazio le serve solo un particolare, un piede e sempre e solo il bianco e nero, come per l’altro lavoro di ricerca sempre in mostra in galleria.

“Trovo che il bianco e il nero rivelino il colore delle cose. Il bianco e nero lo vediamo tutti, il colore lo interpretiamo” Ci spiega Véronique.

Quindi le sue fotografie hanno bisogno di oggettività, che il dolore sia personale o collettivo, il racconto deve essere pulito dagli urti e dai contrasti. Quando le discordanze sono già presenti nell’animo e nella realtà che ci circonda è quasi inutile ripeterle, bisogna interpretarle in modo intimo.
Un doppio racconto quello di Véronique che usa lo strumento fotografico dall’età di undici anni, imparando a sfruttare anche la sua ricerca da attrice per guardare un mondo che stona nel contrasto delle sue rappresentazioni urlate con le realtà taciute.

Les Phrases Cachées e Hiddens Souls fino a metà maggio da The House of Love and Dissent.

www.loveanddissent.com
www.veroniquevergari.com

Rossana Calbi

Foto di Andrea Falletta

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