Roma Caput Mundi, pro e contro
[TEATRO]
ROMA- Al Teatro Sistina il musical che racconta la storia dell’Urbe, senza entusiasmi né magie. Roma Caput Mundi è il musical che si ispira alla storia romana, ne racconta intrighi e misteri, personaggi e protagonisti.
Dalla Lupa a Romolo e Remo, da Giulio Cesare a Spartaco, dall’Era Cristiana alla fine dell’Impero. Il tutto coadiuvato da una serie di canzoni, immagini, foto, luci e colori e proiezioni, che accompagnano gli spettatori nel viaggio della grande Urbe. Insieme a due altri personaggi molto più recenti, ma entrati nella grande tradizione culturale capitolina: Rugantino e Rosetta, i grandi e folkloristici protagonisti di racconti e leggende, fra schermaglie amorose e affettuosi ricordi della città.
L’idea nasce da uno sguardo al patrimonio culturale ed artistico degli altri Paesi, che hanno avuto ingegno e creatività per mettere in scena la storia delle proprie capitali: Buenos Aires con “Señor Tango”, a Vienna con “Sissi”, a Parigi con “la storia della città raccontata da Victor Hugo”, a Madrid, a Montreal, a Tokio. Ed ora anche l’Italia si aggiunge a tale elenco di città “patriottiche”, raccontando la prima storia italiana, da cui tutto è cominciato: un resoconto fatto di sangue, tradimenti, assassini e sete di conquista. Roma Caput Mundi si propone come evento didattico per scolaresche, gruppi e per tutti coloro che vogliano rivivere, conoscere, imparare la storia della Caput Mundi.
Una produzione, quella della Compagnia delle Stelle ed Animazione 90, nel musical di Marco & Massimo Grieco, purtroppo, però non del tutto convincente. Seppur i contenuti e le canzoni siano spesso gradevoli, a volte il contrasto tra ciò a cui il musical aspira e ciò che realmente è fa storcere il naso. L’idea di un’assenza di scenografia quasi totale, supportata dalla proiezione di un film non è affatto male, oltre ad essere meno dispendiosa e decisamente più utile rispetto a cambi di scena difficoltosi che una storia come quella di Roma comporterebbe. Ma gli effetti con fuochi d’artificio e cascate di luci non rendono come dovrebbero.
Ci sono personaggi ben rappresentati, come i Rugantino e Rosetta dei bravi Andrea De Bruyn e Maria Teresa D’Alise. Le canzoni risultano a volte molto gradevoli, nella musica e nell’interpretazione, a volte però diventano un po’ ripetitive, mentre i costumi e le coreografie assolvono al loro dovere. Il risultato è un prodotto apparentemente televisivo, con sketch e jingle che sembrano usciti dal tubo catodico. Purtroppo il musical promette ma non mantiene in toto: Roma è magica, ma nel musical non esistono né incantesimi né sogni, solo piccoli racconti slegati tra loro ed interpretazioni che non rendono omaggio all’Impero, alla Capitale, e alla nascita di tutto.
Francesco Salvatore Cagnazzo
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