M.Coccia, Non parlate al conducente
Fragile la poesia. Fragili le parole. E i sentimenti umani? Potenti, eppure fragili anche loro. Le parole di Massimiliano Coccia, si tingono di poesia e raccontano la storia personale che si tramuta in storia contemporanea.
Poesia sola, che, denudata di tutti gli orpelli, spinge direttamente sul cuore e lo fa offrendoci la possibilità di fermarci un attimo in mezzo al caos di suoni e immagini, difetto del mondo moderno.
La poesia è parola nuda, scarna, e Coccia, quasi novello narratore ermetista, ricorda vagamente il tentativo di inizio secolo scorso di ridurre all’osso le parole per ritrovare l’essenza prima di un concetto, poi di un’emozione. Tra Montale e Luzi, Coccia cerca il silenzio nel rumore di fondo del vivere quotidiano, così da mettere a nudo l’anima, passando prima per il corpo, nudo, alla ricerca di una nudità che è un atto di coraggio.
Rendiamo il senso alle parole, sembra essere la bandiera di questo Non parlate al conducente, edito dalla Giulio Perrone Editore e gli argomenti di base di tutta la conversazione segreta con il lettore sono quelli universali dell’amore, dell’impotenza contro la Storia, dell’abbandono, eppure dice Coccia in apertura: “Non esistono poesie/ dell’abbandono,/ esistono versi/ che celano/ un’assenza. […] Esistono poeti/ che vivono oscillando/ tra la parola/ e il silenzio,/ tra un sorriso/ ed un’offesa,/ tra il detto e il non detto”. Sono poeti del silenzio e del dolore, poeti che “sono morti/ tutti quanti,/ chi per noia/ chi per amore,/ chi di vergogna, /chi ucciso/ chi suicidato”.
E’ il racconto della distanza e del mettersi a nudo, quella nudità che è celebrazione dell’anima e vuoto, senza vergogna, senza distanza, senza intenzione, in un percorso a due che è garanzia di non poter dimenticare, ma di vivere e sentire la vita scorrere nelle parole, anche in quelle che hanno come Destino quello di diventare altre parole.
Un gioco all’incontro nell’abisso profondo dell’anima, oltre il rumore della realtà, questa raccolta di poesie di Massimiliano Coccia, per riflettere un attimo su tutto ciò che può esserci passato inosservato o inascoltato, e per ritrovare quelle “piccole scaglie di esistenza che proprio perché così piccole diventano fondamentali”.
Massimiliano Coccia, Non parlate al conducente, Giulio Perrone, pag. 85, € 11
Edyth Cristofaro
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