LETTERATURA_ La terna di scrittori della terza serata
C’è iI sapore del miele e del pane, si respira l’aroma del vino aspro greco nei quindici minuti di reading di Mariaelena Primizi. C’è un panama, un fiore tra i capelli e due microfoni.
Il suo raffinato racconto K, a metà tra teatro e letteratura, inizia con due epistole: un uomo e una donna cercano di distrarsi da un amore terminato in vacanza: il primo in Grecia, la seconda alle Eolie. L’effetto sorpresa coglie la platea quando Mariaelena dà voce agli altri personaggi, due infermiere di una casa di cura e un dottore cinico ed in delirio di onnipotenza, dal quale si apprende che l’uomo con il panama e la donna con il fiore tra i capelli altro non sono che due pazienti psichiatrici che non guariscono, che non dimenticano le storie d’amore terminate nonostante la cura. Il sentimento che non si cancella, i ricordi che sopravvivono all’elettroshock, come in “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”.
La serata prosegue al ritmo del blues con Daniele Cipollini, con l’accompagnamento musicale di Ariel con cui suona nel gruppo Stramonio. Il primo racconto, Brodo di pollo blues, è stato scritto quando aveva 18 anni per leggerlo ad un immaginario figlio di un anno. E’ un excursus dei cibi che si assumono dai primi giorni di vita fino all’età adulta, dal latte in polvere alla tartare e al sashimi passando per il carpaccio ed il messaggio è “scegli Crudo”.
Schiuma, il secondo racconto presentato da Cipollini, sembra dare una risposta a quanti si domandano chi ci sia dietro alle insensate scritte sui muri dei bagni dei locali, ed un messaggio ad essere autentici, ad indagare sulla propria condizione e affrontarla, con coraggio. La sua è una scrittura muscolare e diretta.
Conclude il 3° appuntamento il poeta misantropo e “ben saccente”, come lui stesso si definisce, Riccardo Papaleo. Le sue poesie sono delle invettive contro l’uomo medio, l’uomo catatonico incapace di avere un reale giudizio critico, che si limita ad “acchiappare” una delle opinioni altrui. I versi di Riccardo, ricchi di allitterazioni, sembrano scritti a colpi di scalpello. Speciale il suo rapporto con la poesia: “Mi piace usare la forma della poesia perché è come condensare un pensiero, mi piace arrivare alla gente attraverso le poesie”. Gesticola piacevolmente, quasi a sottolineare la profondità del suono di certe parole e l’uso puntuale della punteggiatura, cui dedica un intero componimento, mentre declama le poesie e stuzzica il pubblico a non lasciarsi vivere, a ragionare e ad agire.
Milena Mariano
Foto di Lorenzo Pellizzaro
17 maggio, Daniele Cipollini, letteratura, Mariaelena Primizi, martelive 2011, martemagazine, Milena Mariano, Riccardo Papaleo, Sezione Letteratura