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Piji Septet + Piji Trio = Nonet?!?

Federico Ugolini

Federico Ugolini

ROMA- Eccolo Piji: il cantautore più premiato d’Italia. Ed eccolo ancora una volta al The Place che trasforma la serata del 7 aprile in una curiosa operazione matematica: “7 più 3 fa 9”.

Una sorta di esperimento fantascientifico in cui però il primo “addendo” non fa affatto riferimento al giorno 7, bensì al Piji Septet, la classica formazione di Pierluigi Siciliani, da sempre una mescolanza di influenze (jazz su tutte, ma anche pop, rock, blues e tango) che arricchisce le sue canzoni.

Si somma tutto e si aggiunge ancora, perché al Septet si è unito nello spettacolo il nuovissimo 20110407-DSC_7490_copyPiji Trio, che cerca di trasformare il linguaggio manouche (o gipsy jazz) portato alla ribalta internazionale dal grande Django Reinhardt in qualcosa di intrecciabile alla canzone d’autore italiana, con interessanti e swingosissimi risultati.
Ma perché 7 + 3 non fa 10 quindi come in ogni umana operazione matematica? La risposta è quantomai semplice: entrambe le formazioni hanno Piji per frontman e quindi il risultato è dunque una nuova e folle creatura, il Piji Nonet per l’appunto, che estende e trasforma, plasma ed amplifica le qualità indiscusse di un piccolo genio della musica cantautoriale italiana.

Ancora una volta un palco diviene ignaro spettatore delle storie più disparate, raccontate con elegante poesia e tagliente ironia, ma anche con la teatralità colorata che condisce ogni live del cantautore romano, che ha uno spiccato gusto swing unito ad un cuore malinconico che si rivela nelle ballad più lente.

Non fa altro che stupire Piji. Ancor prima di rivelarsi fisicamente sul palco si presenta, sola voce, accompagnato da una tagliente ironia un po’ anticlericale, un po’ burlona, con il Papa (imitazione perfetta!) coinvolto in un simpatico esperimento. Un po’ come alla radio, dove Piji lavora da anni, il pubblico può solo sentire le voci degli interpreti e cominciare a ridere di gusto degli scherzetti ai quali è chiamato a partecipare.
Ma la musica rimane padrona assoluta della scena. La bravura del Septet che accompagna Piji nelle sue retate musicali è indiscutibile, così come l’innegabile verve e presenza scenica del mattatore romano, un po’ matto, un po’ attore, un po’ semplicemente se stesso (per fortuna!).
A spasso tra le sue creazioni degli ultimi anni, ad un ascoltatore della prima ora, la simpatia e l’innegabile capacità di Piji di giocare con i generi musicali e di renderli suoi arrivano subito, e immediatamente dopo, arrivano la voce un po’ roca, le parole strascicate e le storie di altri tempi e di altri eroi, condite di sapiente ironia, di sarcasmo, a volte anche un po’ spinto, ma sempre ricche dello giusto spirito naif e anche un po’ retrò che rendono straordinarie le sue performance.
20110407-DSC_7556_copySi vedono volare in cielo monete di cioccolato (e si ride come bambini il giorno della Befana), si vedono guantoni da boxe prendere il posto della chitarra, mentre Piji indossa ancora una volta la sua washboard per suonarla con i mestoli (davvero si può fare musica con tutto!).

Poi è la volta della presentazione del nuovo progetto di Piji: il suo Trio (Augusto Creni alla chitarra e Marco Contessi al contrabbasso) che ci fa ricredere su cosa possa fare il linguaggio manouche alle canzoni. E’ così che scopriamo una freschezza nuova nell’Inno Nazionale (“Fratelli d’Italia”), ma anche in una canzone di Vasco (“Luna per te”, divenuta quasi irriconoscibile) che nel 1998 aveva spopolato.
Piji ne sa una più del Diavolo e “Lentopede” ci conduce verso il finale di serata attraverso “Madama Pioggia” e una serie colorata di ombrelli che prendono vita sul palco, complicando (e non poco!) la vita di tutti i musicisti.
Il bis unisce Septet e Trio, nella pitagorica operazione finale, un solo di un chorus per ognuno su “I cigni di Nymphenburg” e CVD (Come Volevasi Dimostrare) la matematica del nuovo millennio non mente: contando tutti, sul palco erano in nove. Eppure cari miei, la matematica tradizionale continua ad avere un senso: Piji di suo vale doppio, ad avercene di artisti come lui…

Piji SEPTET:
Piji (voce e chitarra)
Biagio Orlandi (sassofoni)
Luca Iaboni (tromba)
Domenico Sanna (pianoforte)
Matteo Ruberto (chitarra)
Matteo Locasciulli (basso)
Filippo Schininà (batteria)

Piji TRIO:
Piji (voce e chitarra)
Augusto Creni (chitarra)
Marco Contessi (contrabbasso)

Edyth Cristofaro
Foto di Federico Ugolini

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