Numeroatomico82, il peso della società
[MULTIARTISTICO]
ROMA-13 aprile 2011. Solitudine sociale sviscerata ad arte. La tematica è importante perché rilascia, in forme differenti, soluzioni al naturale concatenarsi dagli elementi nocivi a realtà ben più nobili. Numeroatomico82, pesantezza velenosa di un elemento molto facile da trovare sul nostro pianeta, il piombo, metallo duttile, ma al contempo dannatamente intrigante e dannoso.
A cercare di risolvere tale commistione chimica, la prospettiva poli-artistica dell’associazione Traslochi ad Arte. Il piombo e la sua pesantezza, la lotta intestina contro le violenze dei media, nuovi e antichi, le manie della mente, le ossessioni dell’uomo moderno. Presentato dalla Provincia di Roma in collaborazione con l’Associazione Colle della Strega, lo spettacolo inizia già prima di entrare al Teatro Palladium. Lungo le pareti si rappresenta la dicotomia in bianco e nero della donna di Valeria Patrizi nella sua visione pittorica titolata “Placenta”. Artista in cerca della sua naturale femminilità, chiusa in una serie di quadri, la donna di Valeria Patrizi offre al suo pubblico la possibilità di una seconda, nuova nascita. La Patrizi è una restauratrice che nella sua intimità artistica propone una donna sola, riflessiva e che vuole rigenerarsi.
Il foyer, attorno alle 20,30, ospita una breve e intensa rappresentazione del malessere sociale, delle elucubrazioni mentali e delle costrizioni estetiche della società moderna. Un corto teatrale di Agostina Bevilacqua, per la regia di Marzia Colandrea. Un numero magico può salvarti la vita, oppure incatenarti per sempre nella filiera dei depressi e delle schizofrenie del quotidiano. Prendere o non prendere quella pillola è scelta importante. E da lì si passa alle menzogne dei social network, delle frustrazioni del gioco d’azzardo, e dei falsi miti della chirurgia plastica a tutti i costi. Seconda parte. Il pubblico si accomoda in teatro, ingresso gratuito anche qui. Musica e danza e proiezioni per raccontare un disagio che dilaga sempre più.
Sul palco il collettivo Biviensemble, sette danzatrici, alcune scene della noiosa quotidianità, estratti di saggezza musicale per fare la propria scelta e uscire dalla frenesia della solitudine. La colonna sonora è affidata al gruppo xBProject. Una “Induzione” che titola il concerto e rappresenta in musica l’innata capacità di scelta dell’essere umano. Ci si veste e ci si denuda, rituale cosmetico dell’uomo del terzo millennio, basta avere un televisore e si spegne il cervello, trappola catodica che oggi, più di prima, stritola le sinapsi. Tutto comincia con una visione distorta, una danza vestita di rosso sangue, partorirai con dolore, poi ci si lascia trasportare dagli eventi senza pensare troppo alle conseguenze.
Si districano l’una dall’altra le ansie del mondo, e ognuno di noi – pubblico compreso – rilascia la propria. Si creano cloni di noi stessi per capire che in fondo avremmo preferito l’originale perché meno viziato, senza dubbio meno programmato, perché a volte ci rimangiamo anche ciò che costruiamo a nostra somiglianza. Alla fine tutti di fronte allo schermo per fare una scelta: pillola rossa o pillola blu?
PLACENTA di Valeria Patrizi
Fuori da tutto, fuori anche da me,
fuori di me forse.
Non mi riconosco e cerco la mia colla; l’ho persa.
Non c’è la mia faccia tra le periferie, i tentativi distratti, i rettangoli orizzontali di infiniti finti legami,
i vani sforzi, gli ovali di politica spazzatura.
Non ci sono più io. Questo è certo.
Mi chiudo, lontana da tutto e anche da lui.
Resto in apnea per la corsa verso me
e senza l’aria che conosco mi accorgo d’essere ancora viva
senza tempo senza spazio
in un ambiente denso,
non c’è luce né colore.
Sopravvivo e aspetto che la visione si rischiari e prenda forma.
Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini
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