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Non è mai troppo sud: pizziche, tammurriate e tarantelle

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[MUSICA]

foto_fisarmonicaROMA- Non è mai troppo sud questo il titolo della performance musicale che presagisce e nel contempo racchiude il segreto mistico della sua essenza, andato in scena sul palco del Teatro Biblioteca Quarticciolo lo scorso 27 marzo e che il folto pubblico ha potuto ascoltare, degustare, assaporare ed apprezzare.


Un pubblico che si è trovato avvolto e cullato da suoni dolci e lenti, sobbalzanti in ritmi acustici e frenetici anche arcaici che trappassano il tempo e nel tempo, disegnando un arco che va dal medioevo ai nostri giorni, dalla Grecia antica al Salento e fino al centro-sud dell’Italia, non perdendo di vista però il sud del mondo: “perchè ovunque sarai, ci sarà sempre un punto più a sud”.
Ed è proprio questa la corporeità e punto di partenza dei musicisti Umberto Vitiello e Maria Rosaria Convertino (Saria) che hanno dato vita a questo progetto coniugando, dopo un incontro avvenuto per caso, le loro origini e natali meridionali e la loro passione per la musica tradizional-popolare che sfuma, per lei nella musica salentina di cui è profonda conoscitrice, per lui nella musica afro-brasiliana di cui è innamorato profondamente.
Vitiello anche autore di alcuni testi eseguiti tra cui Maletiempo, Sempr’appriess’a te e Nu’Cant’antico, ha scatenato e trasmesso adrenalina pura con la sua preparazione artistica e il ritmo tribale delle percussioni a cui ha dato voce con gesti naturali come se gli strumenti fossero i suoi arti e non elementi terzi tra le mani. Affiancato dal bayan di Saria (un tipo di fisarmonica cromatica a bottoni) che è stata la nota determinante ed incisiva dell’intera performance, attribuendo quel gusto di familiarità e popolarità.

Questa unione artistica culmina, toccando apici di piacere, divertimento e soddisfazione delle tradizioni, con la presenza di Beppe Gargiulo e Chiara Friselli, ambedue voci e percussioni.
Lei si è distinta per la sua eleganza sulla scena a tempi di nacchere (o castagnette) e la sua ugola d’oro: una voce vibrante ed emozionante. Lui, per il temperamento frenetico e la tradizional-popolare che scorre nelle vene e si smaschera sfacciatamente nel suono delle percussioni. E dunque, da queste individualità artistiche si è creato un matrimonio a quattro che ramifica sempre più nel tempo queste tradizioni (tammuriata, pizziche e tarantelle). E come ogni matrimonio che si rispetti, c’è anche la presenza di due “testimoni”: due musicisti presenti tra il pubblico, invitati a dare il loro contributo amplificando l’eccezionale singolarità dello spettacolo.

Un successo entusiasmante.

Maria Logroio

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