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A spasso sulla luna con Naif Herin

Federico Ugolini

Federico Ugolini

ROMA- Partire per la luna è sempre stato il desiderio di molti, meta ambita di sognatori, amanti, rifugio per avventurieri, no perditempo, viaggio one way per il mare della tranquillità. Naif Herin apre il concerto al The Place proprio con il singolo “Parto per la luna”, tratto dal nuovo album Le civette sul comò, momento spensierato, presa di posizione per un concerto ricco di energia.


Al The Place, consueta dimora per artisti con una marcia in più, si sta seduti e ben piantati a terra, pronti per ascoltare una formazione in trio per una serata che si preannuncia frizzante. Il palco ospita, assieme ai musicisti, una scenografia dove protagoniste sono le tante facce della luna in versione ecologica: materiali poveri, riciclati, cartone, corde e pellicola domopack. Prendono vita così un astronauta rivestito di plastica, un extraterrestre di cartone pressato e la luna è lì, ben ferma sulle corde per non farla fuggire.
Copertina rossa, un disco che raccoglie a sé mille strade percorse dai capelli dreads di Naif Christine Herin. Ed è così, con passo lento, pizzicato, che si va nel paese delle lucciole, piccole abat-jour per fare chiarezza nella vita.

Favole d’amore si colorano in “Lasciami sognare un po’”, per poi scendere in picchiata sulle note blues di “E’ l’inferno”, brano sapientemente introdotto da un “Kill Bill” di memoria cinematografica. Chi parla poco fa molti fatti, e la nenia dolce e malinconica di “L’uomo dalle poche parole” ci accompagna fino al cuore della serata. Naif propone quasi tutte le tracce del disco fresco di conio 20110414-DSC_8910_copye presentato anche in Radio qualche giorno prima a Notturno Italiano, fortunata trasmissione sulle frequenze di RAI Internazionale. Poi si scende al pianoforte, tante sono le note nelle corde di Naif e quando meno te lo aspetti ritrova quella canzone persa che avrebbe potuto tenere testa a più di un Sanremo.
Parla due lingue Naif e gioca con un pizzico di ironia e tanta verità in quella “Oui maman” che beato chi se la tiene stretta per altri mille anni, e con la stessa apprensione di sempre. Non si fa mancare nulla Naif, torna al basso elettrico passando per la chitarra rubata per un momento al bravissimo Manouche Zena, chitarrista solido, dal groove incessante. Arriva “Io sono il mare” direttamente dalle finali del Musicultura Festival, edizione di due annate fa, brano potente, progetto elettronico, suonato con una bella spinta di basso per dare qualche rotondità in più. Si chiude con due dediche, una al Gaber nazionale, con “Lo Shampoo”, un po’ per affetto un po’ per qualche litigio bonario con i suoi capelli. L’omaggio finale va a Edith Piaf, tanto per incrociare Francia e Italia, due terre che stanno dando tanta fortuna e merito alla brava cantautrice valdostana. La sperimentazione, l’elettronica e le finestre sul blues, sul rock, rappresentano una bella veduta da qui fino sulla luna… torna presto a trovarci Naif!

Scaletta:
Parto per la luna
La festa delle lucciole
Lasciami sognare un po’
Kill Bill introducing…E’ l’inferno
L’uomo dalle poche parole
Menestrello da strapazzo
Annarosa
Perlina
Ho perso una canzone
Goccia
Faites du bruit
No
Oui maman
Io sono il mare
La ballata del povero Giuda desolato
Just a gigolo
Lo shampoo (Giorgio Gaber cover)
Non, je ne regrette rien (Edith Piaf cover)

Band:
Naif Herin- voce, basso, chitarra acustica, pianoforte
MoMo Riva- batteria
Manouche Zena- chitarra acustica, cori

Allestimento artistico del palco di:
VIVIA, MAFIO73, SIM e DOLCISSIMABASTARDA

Federico Ugolini
Foto di Federico Ugolini

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