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Zappa- Bollani: binomio perfetto

Federico Ugolini

Federico Ugolini

ROMA- Non poteva mancare nel repertorio del più geniale ed eclettico e coinvolgente pianista italiano un omaggio al più geniale e onnivoro ed eclettico musicista del nostro secolo. Stefano Bollani ha omaggiato Frank Zappa in uno dei concerti più attesi della stagione dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.


Il progetto, SheiK Yeir Zappa prende il nome da un disco del 1979 del musicista statunitense Sheik Yerbuti. Da una parte abbiamo un chitarrista, compositore, direttore d’orchestra, registra, musicalmente onnivoro e colto, il cui genere di musica è ancora difficilmente incapsulabile, sempre in bilico tra rock, jazz, musica classica e sperimentale. Dissacrante e cinico, realista e abile show man, uno dei più grandi compositori del nostro secolo, Frank Vincent Zappa è morto nel 1993. Dall’altra parte abbiamo un pianista jazz, cantante, compositore, musicalmente onnivoro e colto, show man radiofonico e televisivo, ironico, comico e tecnicamente impareggiabile, lo stimatissimo Stefano Bollani.
E così il pianista italiano ha affondato a piene mani nel vastissimo ed interessantissimo repertorio Zappiano, tardo suo amore musicale adolescenziale, per far rivivere, insieme ad un ensemble di cinque musicisti meravigliosi, l’universo di Zappa in chiave jazz. E così che, lo scorso 25 Marzo, in una gremita Sala Sinopoli, Bollani ha presentato al pubblico il suo nuovissimo progetto che vede Josh Roseman al trombone, Jason Adasiewicz al vibrafono, Larry Grenadier al contrabbasso e Jim Black alla batteria.

Il concerto incominciato un po’ sottotono, si è trasformato dopo ogni pezzo, come una parabola crescente su un grafico. L’energia e la magia del pianista più apprezzato in Italia, ha trascinato i suoi compagni con sempre maggiore forza tra le note di pezzi come “Lumpy Gravy”, “Blessed DSC_6989Relief”, “Cosmik Debris”. Ma è stato quando su “Bobby Brown”, Bollani ha incominciato a cantare con una chitarrina per bambini rossa scordata e ha iniziato ad usare tutta una serie di strumenti giocattolo, seguito in modo ironico e divertito dal trombonista, che si è riconosciuta l’irriverenza e la perforante ironia del pianista, e si è apprezzato nel corso del concerto il trasformismo, e le citazioni di musica popolare italiana nei suoi famosi medley pianistici.
Sarebbe riduttivo però ricordare solo questo di un grande concerto ed è per onor di cronaca che si deve dare un enorme riconoscimento alle capacità musicali della ritmica (strabiliante e quasi melodico l’assolo di Jim Black) e sempre meravigliosamente musicale il suono del contrabbasso di Grenadier. E bisogna assolutamente sottolineare la bravura della nuova scoperta di Stefano Bollani, il vibrafonista scelto su youtube Jason Adasiewicz. E poi ancora: “Let’s move to Cleveland”, “Peaches en regalia” e “Uncle meat”. Ma non si può finire questo articolo senza onorare un grande artista, che ha saputo recuperare l’intima essenza di un personaggio così complicato come Zappa, e ha saputo sprigionare dal suo strumento e dalle sue preziose dita un’energia spettacolare e visionaria, che ha condotto il suo quintetto con maestria e l’ha portato con irriverenza ad arrivare in maniera diretta e spontanea agli spettatori. Immense le capacità tecniche, melodiche ed emozionali, troppo spesso sottovalutate rispetto al suo personaggio istrionico e mediatico, ma sicuramente Stefano Bollani è una delle meraviglie della musica italiana.
E come diceva  Zappa: “Le riviste di musica sono scritte da gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare, per gente che non sa leggere”… allora buona lettura!

Valeria Loprieno
Foto di Federico Ugolini

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