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Nessuno mi può giudicare, regia di M. Bruno

Loc._Nessuno

Loc._NessunoCINEMA- Nessuno mi può giudicare, questo il titolo del film in programmazione nelle sale capitoline in questi giorni. La regia e la sceneggiatura sono di Massimiliano Bruno e la protagonista è l’esilarante e sempre più bella Paola Cortellesi, affiancata da un’eccezionale cast composto da Rocco Papaleo, Raoul Bova, Anna Foglietta, Caterina Guzzanti, Dario Cassini, Valerio Aprea,Lucia Ocone, Awa Ly, Pietro De silva e Massimiliano Delgado.


Certo il titolo può ricordare una delle canzoni che hanno fatto la storia della musica leggera italiana, ma in questo caso, mai titolo è stato più azzeccato. La storia è leggera, una commedia all’italiana a tratti anche banale, ma molto divertente. Racconta la vita di una giovane moglie benestante, Alice (Paola Cortellesi), trentacinquenne apparentemente cinica e inconsapevolmente tradita dal suo “geniale” marito. La vita di Alice cambia all’improvviso a seguito di un incidente stradale del marito, dopo un incontro fugace con una delle sue molteplici amanti. Ecco che la bella protagonista ora si ritrova vedova e inghiottita dai debiti ricevuti come eredità, passando dalla vita agiata e le feste organizzate nella lussuosa villa a Nord della Capitale, a vivere in un “attico” abusivo del Quarticciolo.
Soffocata dai debiti del marito, che sapientemente l’aveva tenuta all’oscuro per non turbare la serenità della sua vita borghese, a tenderle la mano è proprio uno degli inservienti extracomunitari Aziz, che prestava servizio presso la sua villa in tempi non sospetti,  al quale rivolgeva a malapena la parola se non per impartirgli ordini evitando il suo sguardo. Ora quell’uomo le offre un tetto e disponibilità, insomma una via di uscita nel marasma fatto di debiti e con il rischio di poter perdere il proprio bambino. È qui che inizia la nuova vita, o meglio dire la sua avventura. 
L’immagine triste di quello spaccato della città eterna può destabilizzare la serenità di Alice, ma la morte del marito ha già in qualche modo segnato un nuovo percorso da intraprendere. Nonostante la povertà, l’estrazione sociale inferiore al suo tenore di vita, il degrado  della periferia e la semplicità dei suoi abitanti, Alice si lascia letteralmente rapire. Ma i debiti restano comunque e lei deve prendere di petto la situazione, ma il tempo non le è certo di aiuto, ha pochi mesi per trovare abbastanza soldi per evitare il carcere e quindi evitare che le tolgano il suo piccolo, qualsiasi lavoro che si rispetti non le potrà garantire quella cifra in così poco tempo e allora la dolce mamma e combattiva Alice cerca un’altra strada, non soffermandosi di certo al “rispettoso” o meno.

Galeotto fu un incontro avuto in uno dei suoi party quando era una vera Signora, con la bellissima Eva, accompagnatrice e escort di uno dei suoi illustri e facoltosissimi ospiti. Sì proprio così, una escort, questo è il termine moderno utilizzato per indicare uno dei mestieri pi antichi del mondo. Insomma  con una ricerca all’Internet point del nuovo amico del Quarticciolo, Giulio (Raoul Bova), riesce a contattarla e da lì, tranne un primo momento di difficoltà, diventa anche lei una escort a tutti gli effetti, non per scelta, ma per necessità. Certo Alice ha dovuto imparare in brevissimo tempo le arti amatorie di una vera dea dell’amore, riscoprire la sua sensualità di donna virago e a parte qualche défaillance iniziale con clienti non proprio dolci ed eleganti, è riuscita con un discreto successo ad avere una folta clientela dai gusti e dalle fantasie più disparate.
Peccato però che mentre Alice con il nuovo lavoro riesce a saldare il debito, allo stesso tempo si trova a dover gestire e poi giustificare la sua attività a Giulio il bello del quartiere, gestore di un internet point per immigrati. Giulio si innamora perdutamente di Alice, ma il suo comportamento è sin troppo irreprensibile per poter accettare il nuovo mestiere della signora decaduta. Lieto fine d’obbligo, come impone il canone più tradizionale della commedia.
Molti i temi sociali che si riscontrano in questo film, soprattutto quello dell’integrazioni con quartieri popolari ormai quasi completamente popolati da extracomunitari, un mondo che pochi raccontano, portati ad immaginare coacervi povertà, delinquenza  e di degrado, ma invece è fatto anche di piccole cose e grandi gioie dove l’amicizia è più sentita, è sincera e genuina. L’amicizia che non ti abbandona, che ti sta accanto e ti sostiene soprattutto nei momenti di difficoltà, quando tutto il resto del mondo ti volta le spalle, che ti apprezza per ciò che sei realmente e non per ciò che rappresenti. Insomma. Se questo tema fosse stato approfondito e non toccato solo superficialmente durante il film, sicuramente quella di Massimiliano Bruno sarebbe stata una vera commedia sociale oltre che divertente ed accattivante.

Ilenia Polsinelli

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