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Bohème Fortuna_ 12.401 km

Boheme

 Boheme I Bohème Fortuna hanno questo nome intrigante che non lascia trapelare nulla di loro. Prima di mettersi all’ascolto di 12.401 km, il loro Ep, viene da chiedersi come mai abbiano scelto un nome così caratterizzante, riferendosi alla bohème, al periodo francese del libertinaggio, ad una Parigi bella e decadente, e alla fortuna.


Che sia un auto auspicio? E questi 12.401 km che danno il nome alla demo a cosa si riferiscono e soprattutto dove portano?
Presa dal vortice delle domande, vado a leggere i titoli dei brani scritti con 4 font diversi che richiamano idee di viaggi, l’oriente, Taiwan, i dispacci, perciò forse ho trovato il filo conduttore dell’Ep prima ancora di averlo ascoltato.
Se ci sono kilometri e rotte forse c’è qualcuno che sta andando da qualche parte e forse si tratta proprio di questi quattro musicisti, con Filippo Orelli alla voce e alla chitarra, Piergiovanni Spaziani al violino, strumento che accresce la mia curiosità di ascoltare il disco, Andrea Belli e Daniele Morici rispettivamente alla batteria e al basso. E’ arrivato il momento di sentire cosa hanno da dire i Bohème Fortuna.

Al primo impatto mi rendo conto che la vie bohème francese ha poco a che fare con questa musica, che invece ha delle atmosfere da cielo di piombo, proprio lo stesso che vedo se alzo gli occhi, un attimo prima che sia primavera, un attimo dopo l’inverno, ma che i testi non riflettono necessariamente quest’atmosfera da rock italiano riflessivo e introverso.
Dopo il primo pezzo “Alba al tramonto”, quello a mio parere ispira più malinconia, mi rendo conto che il viaggio di “Blu a oriente” è una speranza, una voglia di rivoluzione, di cambiare un  po’ di questo grigio in qualcosa d’altro, la voce presente e calda di Filippo, mi fa capire che questi ragazzi contano sulle proprie forze per farlo e ci puntano tutto.
Mi dicono la stessa cosa la chitarra distorta e la batteria rock e mentre “Dispacci e Taiwan train” vanno cantando anche di amore con qualche risvolto romantico quasi inaspettato. Percepisco le radici musicali di questi ragazzi, che non si discostano affatto dal panorama musicale italiano, restando fedeli ai precursori del genere rock nostrano dei quali si avvertono echi, ma al tempo stesso che la loro musica affonda le radici nel blues americano più puro delle origini, così da farne uscire uno mix non del tutto originale, ma piacevole, soprattutto al secondo o al terzo ascolto, quando quell’atmosfera già sentita si dirada per lasciare il posto a quello che i Bohème Fortuna hanno da dire.

TRACKLIST:
Alba al tramonto
Blu a oriente
Dispacci
Taiwan train

Mikaela Dema

12.401 km, Bohème Fortuna, martelive, martemagazine, Mikaela Dema, musica

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