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Patrizio Maria_ India Londinese

copertinaindialondinese

copertinaindialondineseCD MUSICA- India Londinese: un disco imprevedibile, pieno di sfumature di ogni genere che spaziano dall’indie rock nostrano, ad un blues rivisto e corretto, pieno di orchestrazioni synth che rimandano a sonorità anche anni ’80, con quel gusto un po’ retrò un po’ cantautoriale che non guasta mai.

Questo il debut album (pubblicato da Caramella Blues) di Patrizio Maria, chitarrista d’eccezione che dimostra, senza tema di essere smentito, di avere forti capacità di giocare coi motivetti scanzonati che ti entrano in testa e con le tinte forti e a volte dissonanti dei falsetti alla Ivan Graziani (di cui è evidente l’influsso sia nell’uso della voce che nelle linee melodiche).
Sulla scena da tempo, in apertura ad artisti del calibro di Francesco De Gregori, Paola Turci, e suonando con Little Tony, Patrizio Maria, con il suo progetto ci trascina inesorabilmente in atmosfere davvero incredibili, dove a farla da padroni assoluti sono proprio i colori psichedelici, le All Stars di cui è fiero collezionista, e quelle sporcature volute, che dal vivo cedono il passo alla grinta e all’amore evidente per le sonorità rockeggianti.
Patrizio ci trascina in un universo in cui l’India e le sue sonorità catartiche si fondono inesorabilmente con quel suono elettrico un po’ english un po’ blues & swing style, creando una commistione nuova, che si lascia infatuare dal country, dai suoni voluti e cercati e dal desiderio, non di stupire, ma di arricchire, di catalizzare l’attenzione.
Ad ascoltare questo disco, ci si ritrova ad assistere a piccole mutazioni di genere e spinte melodiche, di canzone in canzone, di momento in momento, fino a condire di un fascino decisamente onirico e divertente l’intera tracklist. Reminescenze storiche, ma anche impression del momento che si attardano nella memoria e rimangono calde e pronte per l’uso, grazie anche a dei testi intelligenti, ironici, volendo anche un po’ cattivelli, ma di quella cattiveria buona che apre gli occhi sulla contemporaneità senza frenare né l’istinto di conservazione, né la capacità intrinseca di miglioramento.
E’ un piacere per le orecchie e per la mente provare a cedere il passo al grottesco che colora di luce e ombra ogni momento della musica. Grottesco scritto e parlato, che quando non è deformato, arriva ancora più diretto alle sinapsi dell’ascoltatore, ignaro di avere davanti un piccolo geniale componimento quasi poetico.
L’energia è quella che la fa da padrona assoluta e nonostante le analogie già dette, ciò che resta è la capacità intrinseca di Patrizio Maria (con quella espressione irriverente e giocosa) di farle proprie e di superarle per andare a cercare altrove proprio quell’India Londinese che fa parte di una nuova cartina musico- geografica.
Sarai un gioiello nuovo da far brillare al sole
la bocca amara di MIE mille parole
un GENTILUOMO con gli occhi scuri e grandi
e MAI avrai paura di guardare avanti
Sarò un PADRE nuovo con il vestito bello
e tu il PENSIERO che avrò dentro il cappello
Avrai il MIO RICORDO e sorriderai soltanto
guardando la mia foto con la CHITARRA accanto
”. (dal booklet dell’album)
Parole sue, colorate, a 6 corde…

TRACKLIST
1. Gelosia psichedelica
2. La scarpa
3. Killer
4. 679 Indie Motel
5. India Londinese
6. A che serve una pistola?
7. Le ossa del maiale
8. Filomena
9. Io c’ho l’ansia
10. Marylou
11. Supermarket Chakra

Edyth Cristofaro

Edyth Cristofaro, India Londinese, martelive, martemagazine, musica, Patrizio Maria, Recencioni

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