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Moonspoon Saloon. Non di questa Terra

ileniapolsinelli
[DIMODA & DEMODE’]

ileniapolsinelliL’arte è fonte di ispirazione per il mondo della moda che da sempre propone sogni pop e asimmetrie cubiste. Esistono luoghi ibridi, terre in cui gli abiti sono tele su cui dipingere, le passerelle palchi  per coreografie  o teatri di mimo.

Il progetto danese Moonspoon Saloon, nato dalla collaborazione tra  la costume designer Sara Sachs, l’artista Tal R. professore al  Kunstakademie Düsseldorf e il fotografo di formazione parigina Noam Griegst, esplora i confini tra performance corporea e giochi di colore dal forte impatto scenico.
La collezione Autunno-Inverno 2011, presentata all’ultima Copenhagen Fashion Week, non lascia indifferenti. Il buio e il silenzio dei minuti che precedono la sfilata è interrotto da una melodia ripetitiva e alienante, ben distante dai confortevoli pezzi di disco music orecchiabile che accompagnavano altre catwalks. Il ritmo è incalzante e lo stesso passo delle modelle è spezzato da marcette, corse al contrario e improvvisi fermo immagine.
Capelli intrecciati di corti fili argentei ricordano le parrucche di qualche vecchio film di fantascienza e i visi lasciano intravedere un leggero make up, mentre il colore degli abiti è l’assoluto protagonista, si espande a macchia su tute aderenti dalle tinte delicate e sfumate o si estende su piumini arricciati sino ad inghiottire le mani; ora, irregolare, lascia scoperti alcuni bianchi quasi fossero angoli di un foglio dipinto con la tecnica dell’aerografia, ora interrompe il nero di misteriosi spazi siderali. Le figure sembrano marziani sollevati da scarpe altissime, dipinte a mano e ispirate alle Buffalo anni ’90, indossano una seconda pelle di spray o micro-gonne in velluto in contrasto con maglioni oversize di mohair.

Moonspoon Saloon propone suggestioni, rimandi ad altre forme di comunicazione che solitamente non si trovano a loro agio stampate sui vestiti. Chiara ispirazione è il viaggio verso il futuro, simboleggiato dalle teste di alieno che popolano le magliette o tracciano trame sulle panta-collant. Tuttavia l’argento è ridotto ai minimi termini, limitato alle parrucche e ad un unica tuta neo-spaziale, tutto il resto è puro colore filtrato da un areografo che inventa nuances dal forte impatto visivo.
L’iconografia dell’alieno non è solo riprodotta come tratto distintivo di quasi tutti i capi presentati al pubblico venerdì 4 Febbraio al City Hall di Copenhagen, ma diventa inquietante maschera di gommapiuma che nasconde il capo di una modella resa caricatura carnevalesca.
Il progetto originario di Moospoon Saloon alla ricerca  dell’equilibrio tra arte, danza, e moda offre uno spettacolo che non nasconde l’ ispirazione teatrale, un luogo extraterrestre popolato da fili multicolori che avvolgono il corpo, un corpo  libero dalle consuete regole di postura in passerella, che può muoversi in ogni direzione accompagnato da musiche e riti degni di una performance artistica.

Sofia Mattioli
Foto di Mattia Matrone

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