Giulia Ananìa: il miracolo di Generazione X
[MUSICA]
ROMA- Auditorium Parco della Musica: nato dalla passione di Maurizio Viola, con la direzione artistica di Paolo Cobianchi, il laboratorio di Generazione X anche quest’anno ha ripreso la sua attività, proponendo nel corso dei sei appuntamenti in programma atmosfere e generi diversi, dall’indie rock al rap, passando per il pop più sperimentale.
L’obiettivo è quello di valorizzare la creatività giovanile con la sua straordinaria forza di rinnovamento sociale, offrendo al contempo un importante trampolino di lancio, così Generazione X diviene una vetrina importante per conoscere i nuovi talenti che si affacciano nel mondo della musica. Una rassegna musicale dedicata ai gruppi emergenti, dunque, tenutasi dal 24 gennaio all’1 febbraio 2011 a Roma in un alternarsi di diversi artisti che si sono esibiti insieme ad ospiti d’eccezione.
Lo scorso 31 gennaio è stata la volta di Niccolò Fabi e Filippo Gatti, tra i cantautori più affermati provenienti dalla scena romana, che hanno presentato la cantautrice e poetessa romana Giulia Ananìa, con la scenografia di palco a cura dell’artista multimediale Alessandro Gorla. Con lei sul palco la sua band: Valerio Manelfi al basso, Leonardo Milani al piano e ai sinth, Andrea Ruggiero al violino elettrico, Filippo Schininà alla batteria e Marta Venturini alle chitarre e ai cori (anche da solista in apertura di serata).
Dal sound rock scarno che si alterna a momenti più delicati e pop le canzoni della Ananìa raccontano di personaggi che intraprendono viaggi onirici, di amori indecisi, della bellezza della vita e delle sue contraddizioni, dei sogni e delle disillusioni della generazione Anni Zero, mentre sullo sfondo scorrono paesaggi urbani, tutto per raccontare l’Italia di oggi e di ieri, in una sorta di fermo immagine in movimento dal lirismo quasi cinematografico.
Con la musica popolare italiana sempre nel cuore (è evidente la passione musicale di Giulia che nasce da un amore smisurato per la voce e lo spirito di Gabriella Ferri, di cui durante la serata ha riproposto “E’ scesa ormai la sera”) e un amore ineffabile per la scena indipendente americana, mentre canta con voce graffiante e intensamente rock, il live della Ananìa è un miscuglio impenetrabili di emozioni forti, coinvolgenti, che trapassano il muro di gomma che separa artisti e pubblico.
E’ gioiosa Giulia mentre racconta le sue canzoni, scherza col pubblico, si fa presente e possente nelle tonalità musicali che la invitano ad osare, se possibile, ancora di più con quella sua voce calda che davvero non si può ignorare e che è corredo ineffabile e imprescindibile. Da “Roma Bombay” a “Ritratto di famiglia” (il cui videoclip, della regista Lidia Ravviso, è stato vincitore della sezione omonima all’edizione 2010 del MArteLive), da “Lo spazio tra te e me” a “Periferia” fino ad arrivare a “Il cigno”, il cui videoclip aveva spopolato sul web poco più di un anno fa, la Ananìa introduce Niccolò Fabi, lasciando un senso di continuità nell’aria calda e partecipativa della Sala Studio dell’Auditorium.
Un Fabi in stato di grazia: semplici gesti e parole che toccano dentro che, con l’ausilio della sola chitarra, riempiono l’aria di suoni pieni, caldi, emozionanti, raccontando storie di uomini, di vita.
Per guardare la realtà oltre la superficie, dentro, basta poco. Basta quel Fabi cantautore, dal passato al presente e viceversa, in un viaggio sonoro che va da “Solo un uomo” a “Lasciarsi un giorno a Roma”, cantata insieme alla Ananìa e alla Venturini, un microfono e qualche parola al pubblico, tutto sempre con semplicità, quasi si fosse ad una festa tra amici.
Poi inizia la seconda parte del live, possibilmente ancora più calda: “Maggio”, “La città di Paola”, “Velenosa”, e “Il volo”, di nuovo con Niccolò Fabi.
Oltre 300 concerti in tutta Italia, tre tour tra Francia e Spagna, collaborazioni importanti con cinema e teatro e con i più importanti artisti del panorama nazionale: Ascanio Celestini, Antonio Rezza, Kaki King, 24 Grana, Banco Del Mutuo Soccorso, Stefano di Battista, Filippo Gatti e Riccardo Sinigallia. Giulia Ananìa non si tira di certo indietro quando c’è da fare musica. Quella musica che ti entra dentro e che ti fa muovere, canticchiare, che ti vibra dentro almeno per un attimo, e poi l’attesa, sino al passaggio del testimone alla prossima volta, quando sarà di nuovo su un palco di fronte ad un microfono a cantare l’anima di Roma…
Edyth Cristofaro
Foto di Federico Ugolini
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