Polaroid come Poesia
[ARTI VISIVE]
ROMA- Presso la Galleria Doozo a Roma, fino al 26 febbraio 2011, la mostra Polaroid, opere che attraversano cinque decadi della storia della fotografia, mettendo in scena alcuni dei più importanti artisti di arte contemporanea.
Decine di piccole immagini, quadrate, incorniciate nel tipico riquadro bianco, famoso delle istantanee, celebrano un progetto considerato impossibile nell’era del digitale: il ritorno in commercio dei film pack della fotocamera che ha rivoluzionato il modo di concepire la fotografia.
In questo ristorante giapponese, un po’ Teeria un po’ Caffè d’altri tempi, in Via Palermo, sono esposte polaroids inedite di artisti del calibro di Andy Warhol, Mario Schifano, Yasuma Morimura, Carlo Mollino e Nobuyoshi Araki.
Le immagini sono principalmente scattate in interno, come quelle di Mario Schifano, che usava la Polaroid per fotografare la televisione e i corpi. Andy Warhol invece interveniva con i pennarelli sulle foto, come nella serie Ladies and gentlemen. Carlo Mollino immortalava donne normali o addirittura prostitute in ritratti e pose disincantate, e poi i giapponesi Morimura e Araki che da un lato fondono tecniche pittoriche con tecnologia e fotoritocco, reinterpretando le opere artistiche, e dall’altro immortalano soggetti in pose erotiche.
Come si vede quindi le pellicole Polaroid, con la loro poesia, hanno saputo contagiare migliaia di persone, ma anche una serie di artisti, che solitamente esprimevano la loro creatività con altri mezzi.
Le Polaroids in mostra offrono all’occhio dello spettatore (qui attendo più che mai, vista la minuta dimensione delle opere) uno sguardo d’impatto sui decenni appena passati, conferendo comunque quella tipica “familiarità” che le istantanee, e solo loro, conferiscono a immagini d’interno e non solo.
Laura Fioravanti
Foto di Laura Fioravanti
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