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Mangiami l’anima e poi sputala

evakent
[L’ILLETTERATA]

evakentUn delirio a Milano. La sintesi di un libro edito nel 2006 dalla Coniglio Editore. Sessantaquattro pagine intense in cui seguire i fantasmi che affollano i pensieri della protagonista.

Saliamo su una corvette rossa, sostiamo in un bar ad ascoltare degli occhi azzurri suonare musica da una fisarmonica e siamo già persi nell’oscenità di una mente che crea un doppio, o magari anche un triplo. La protagonista è una giovane donna che rinnega e ama la madre, e si contorce nella morte per dare vita nella conclusione del breve romanzo. Un gioco al massacro soprattutto per la nostra capacità di seguire una storia scritta. Una corsa! Questo breve libro è una corsa  attraverso i ricordi drammatici e confusi di una donna di cui non riusciamo a scoprire né l’età né il nome. Incontri, veri o presunti, che dovrebbero servire a spiegare una storia, ma che risultano essere le elaborazioni di un pensiero che distorce, confonde, nega e soprattutto crea. L’anima della protagonista è divorata dalla sua stessa mente malata, lei stessa non sarà in grado di sputarla e di liberarsene. O forse la piccola Gloria è l’unico riscatto di quell’anima dannata. E se fosse solo l’ennesimo invenzione di quella stessa mente?
Tutto in questo libro gioca sul non farci capire cosa è vero e cosa non lo è. In queste pagine non siamo in un mondo reale, siamo tra le sinapsi di un cervello debole e paranoico, che crea danni al suo corpo e alla vita che la circonda.

Pringles dopo pringles, scorrono le pagine mentre la musica dei Garbage segue i ricordi di una donna-binba. Che ci dice quasi implorando: Non sono una bambina cattiva. Proprio perché in fondo è solo una bambina, sappiamo che dovrà tornare alla sua favola, una favola che è un incubo, un mangiami_lanima_e_poi_sputalatormento continuo che non ha pace. Una bambina che sogna e desidera l’affetto della madre. Una madre che non è stata capace di baciarla né di raccontarle quella favola di cui aveva bisogno e, che lei stessa, diventando madre trasformerà per l’ennesima volta la sua vita in una tragedia. La madre non l’ha salvata e lei non è capace di salvarsi, né di salvare il suo Lucio.
L’autrice, Giovanna Furio, conia delle parole nuove, che non hanno un suono onomatopeico, ma che rispondono al meglio ai turbamenti di un animo. Brevi i periodi, stringati, come i pensieri che si scambiano la protagonista e il suo alter ego. Le donne, che corrono in parallelo in questo libro, cercano e vogliono Luce o Lucio, il nome dell’uomo che ameranno fino alla morte; sono diverse, Spanky è una sorella, amante ed alterego scomodo; la madre suicida, crudele e sempre presente come nemica e la figlia, Gloria, dalla Luce può nascere solo la gloria. Sarà la salvezza per questa mente malata?
Sentiamo ancora in lontananza Sunday Morning dal carrillon che accompagna le parole nuove e concitate di una storia drammatica, e scopriamo che questo libro è diventato fonte di ispirazione per una piecé teatrale con due volti. Da Milano ci spostiamo al sud, Fibre parallele, Licia Lanera e Riccardo Spagnuolo, vedono nell’incontro con Lucio una commedia, in cui i due protagonisti, giocano e ironizzano sulla religiosità particolare del contemporaneo. Quanta distanza dal testo originale!

Giovanna Furio, Mangiami l’anima e poi sputala, Coniglio Editore, pag. 64, € 5

Rossana Calbi

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