Dran per Mark & Stencil
[ARTI VISIVE]
LONDRA- Nel suo capolavoro Se Una Notte D’Inverno Un Viaggiatore, Italo Calvino analizza il processo di selezione che un lettore compie quando si avventura in una libreria per scegliere un nuovo libro: l’offerta è sterminata, le tentazioni sono molteplici, la scelta finale può essere soltanto una.
Con molta meno poesia e molte più difficoltà logistiche, la stessa cosa succede a chi, in una scena artistica prolifica come quella di Londra, debba decidere quale mostra valga la pena andare a vedere. E’ triste ammettere che anche nel campo dell’arte l’elemento che catalizza l’attenzione dei fruitori sia comunque il nome ad effetto. Ma talvolta, fortunatamente, si può anche usare la notorietà in maniera furbescamente intelligente, usando il Nome come esca. Questo è il caso della crew POW, che per promuovere il suo ultimo evento Mark and Stencil – geniale canzonatura della famosissima catena onnipresente in città – ha saggiamente accostato il padrino della street art Bansky, come esca per presentare il meno noto, ma altrettanto talentuoso writer Dran.
Ed e’stato proprio questo irriverente francese a prendere in mano la scena, con la sua variegata ed originale produzione, che combina nelle sue stampe e nelle sue stencil uno stile minimale e materiali semplicissimi, supportati da grandi idee. Stencil che hanno ironizzato sui più disparati temi d’attualità, quali gli scandali sessuali in seno al Vaticano, la falsa coscienza e l’opportunismo della beneficienza, il fanatismo calciofilo e l’ossessione della sicurezza – scelta particolarmente calzante – nella orwelliana Londra della CCTV ad ogni angolo della strada.
Ma il suo repertorio non si esaurisce qui, sono particolarmente interessanti anche i lavori della serie “MADE IN”, in cui vengono sbeffeggiate alcune “brutte abitudini” che distinguono alcuni paesi, fra cui tristemente figura anche l’Italia. Chiaramente, il riferimento è di matrice politica, con la stencil di un cameraman ed una cronista intenti a svolgere un servizio di cronaca, ma che sulla bocca presentano un vistoso bavaglio, che non necessita di alcuna spiegazione per coglierne il riferimento. Superba anche la stencil del postino spione, una metafora dell’intrusività delle nuove comunicazioni digitali nell’era social-network, che Dran rappresenta con un postino che si ristora all’ombra di un albero, leggendo le lettere indirizzate alla gente.
C’è anche spazio per l’arte partecipata e per l’interazione. Dran ha infatti creato una cartolina prodotta in serie e lasciata incompleta. Il soggetto rappresenta un bambino intento a graffitare una parete ancora intatta, che la fantasia degli avventori dovrà riempire con qualsiasi contenuto che essi desiderino ed appendere la loro “opera” su un muro lasciato libero per il pubblico. Il primo ministro Cameron e la sua spalla Nick Clegg hanno ottenuto il numero maggiore di preferenze, ispirando moltissimi visitatori, ma sul contenuto è meglio tralasciare.
Un altro spunto molto interessante che ha proposto questa mostra è stata la scelta di dedicare una sezione ad una serie di fotografie molto originali che immortalano le tracce lasciate da writers, o forse meglio dire street-poets con pochi mezzi e molto ingegno: sono soprattutto disegni eccentrici ricavati modificando oggetti presenti in strada – cartelli stradali, pubblicitari e tantissimi scritte geniali che si possono leggere nella città, tutte contraddistinte da una sferzante ironia o da un assoluta creatività.
Per finire, pare d’obbligo menzionare le opere di Bansky, che sono esposte al piano superiore della mostra. Ciò che è esposto potrebbe essere descritto come la summa di tutta la filosofia writers. Non ci sono le celeberrime stencil che l’hanno reso famoso, ma diverse opere molto provocatorie ed ironiche che racchiudono in sé una sorta di manifesto del graffitaro, nelle vesti di un furtivo ed incappucciato giovanotto: irriverente, oltraggioso verso i benpensanti, che ruba spazi ed attenzioni, con quest’arte illegale e mal sopportata, che lancia messaggi di insubordinazione della morale pubblica.
Claudio Aleotti
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