Lentopede lentopede, arriva… Piji!
Prima ci ha deliziato con la rubrica Per quel che vale, all’inizio della nostra carriera giornalistica sul web. Al contempo ci stava incantando con la sua musica. Tutto senza rimedio. Piji, al secolo Pierluigi Siciliani, non è proprio uno che passa inosservato.
Considerato uno tra i più promettenti cantautori emergenti del panorama italiano, tanto da assumere tra gli addetti ai lavori e per la stampa, l’appellativo di “cantautore emergente più premiato d’Italia”, con i suoi 13 premi vinti, ha all’attivo circa 300 concerti, due EP (Lentopede e Prove di Metamorfosi), due partecipazioni consecutive al Premio Tenco e attualmente il suo brano “Un vestito di canapa” è in tutti i negozi di dischi all’interno del doppio CD realizzato dal Club Tenco e dal M.E.I. intitolato La leva cantautorale degli anni zero. Da anni conduce programmi radiofonici per Radio Città Futura e si è da poco aggiunto alla squadra di Notturno Italiano per Rai Italia Radio.
Insomma un astro nascente che è nato da un po’, e che abbiamo incontrato per caso nel cammino costellato di incontri, nientemeno che all’edizione 2010 di Più Libri Più Liberi a Roma. Ovviamente ne abbiamo approfittato…
Ciao Piji, era un po’ che non ci si incontrava (dal Premio Lunezia, dove il cantautore ha ricevuto il Premio Lunezia Future Stelle 2010 N.d.R.) e, nel frattempo, come al solito, ne hai combinate delle belle. Una delle ultime news è che il tuo brano, “Un vestito di canapa” è stato inserito nel doppio cd La leva cantautorale degli anni zero, progetto co- prodotto dal Premio Tenco e dal MEI in collaborazione con Ala Bianca. Una canzone sul come scrivere una canzone, ma anche una canzone d’amore, nel desiderio di ogni autore di donare una canzone/vestito e farla interpretare ad una donna importante, magari di cui si è innamorati. Racconta un po’…
Sì, proprio come dici tu. “Un vestito di canapa” ha varie facce. Credo sia anche una canzone sul mestiere dell’autore, più che su quello del cantautore. Indovinare cosa stia meglio addosso ad una voce, scrivere per un’altra voce la cosa più adatta, il vestito che le calzi a pennello. Questa è la prerogativa di un autore. È come indovinare il regalo che davvero il festeggiato avrebbe voluto tenere tra le mani. E c’è transfert, necessariamente, uscendo dal privato. C’è il viaggio, la ricerca, la curiosità, o, almeno, spero che ci siano, io ho provato a metterceli. C’è il fastidio che si prova quando non si riesce a centrare l’obiettivo artistico. E tra le varie facce, credo ci sia anche la mia, a cantare. È un promemoria su come avrei voluto scrivere quella canzone che poi, nel paradosso, è diventata questa, ma è anche un promemoria in generale, per me. Appunti sul “come”. E il “come” è anche nella musica. Volevo che fosse così, tutto sommato sono contento, così come sono contento del lavoro di arrangiamento che abbiamo fatto con Matteo Locasciulli, gli archi a guidare questa specie di sogno maldestro, di volo ad ali zoppe, che si spera si trasformi in volo ad ali spiegate.
Questo progetto della Leva Cantautorale di Enrico Deregibus è una cosa piuttosto interessante, sembra finalmente che qualcuno si sia preso la briga di dare luce a progetti che gravitano nell’orbita dell’underground, ma che meriterebbero ben altre ribalte. Che ne pensi?
Senza dubbio. È un progetto coraggioso e interessante, che ci sta portando anche in giro per l’Italia. Dopo il Premio Tenco e il M.E.I. saremo (a turno) a Milano, Torino, Roma, ecc. Io sarò a Milano il prossimo 13 dicembre, alla Salumeria della musica, con altri 3 o 4 artisti. Credo sia un interessante viaggio panoramico con tanti stili diversi. E un modo per dire che c’è ancora qualcosa di buono nelle nuove generazioni della musica italiana. Speriamo.
La tua musica è un felice connubio di jazz, swing, con felici riprese del famoso teatro- canzone di Gaber. Proprio lo scorso 30 novembre hai fatto un tributo con Alessio Porretta all’indimenticabile Signor G: Piji e il punto G, oltraggio a Giorgio Gaber. Cosa dici a tua discolpa?
Vostro onore, è tutta colpa mia e di Alessio Porretta. Abbiamo oltraggiato Gaber e Luporini solo per il fatto di aver provato ad omaggiarli. Non ho nulla da aggiungere, Vostro Onore. Sono i più grandi…
Oltre alle tue mille attività, citiamo quella di radiofonico convinto (e capace, aggiungiamo noi N.d.R.). Ci è giunta voce che sei entrato a far parte della grande famiglia di Notturno Italiano di Rai Italia Radio, la trasmissione radiofonica che illustra ogni notte un piccolo capitolo della storia della canzone italiana. Cosa ci dobbiamo aspettare da te?
Cercherò di rimanere nel solco bellissimo di questo storico programma italiano, al quale mi aggiungo davvero volentieri. Poter pescare la migliore canzone italiana di ogni epoca e mandarla in onda sarà un grande piacere. La notte, poi, come dice proprio Gaber, “La notte è il mio elemento”.
Altra news dell’ultima ora, la tua partecipazione il prossimo 28 dicembre come “ospite d’onore” al XII Premio Un giorno insieme – Augusto Daolio – Città di Sulmona,premio al quale avevi partecipato come concorrente nel 2007 vincendo. Bella soddisfazione, eh?
Mi ricordo che l’anno in cui vinsi io la gara fra gli emergenti, come big ospite ci fu la PFM, con il progetto in cui risuonavano De André. Quest’anno il big sono io, non ci credo ancora. Per fortuna ci sono queste cose, nella valle di lacrime del mondo della musica odierno, a dare ancora benzina, nonostante tutto. Saremo in scena con tutto il Septet (Matteo Locasciulli, Domenico Sanna, Biagio Orlandi, Luca Iaboni, Matteo Ruberto, Filippo Schininà) e speriamo di fare un grande spettacolo!
Tredici (o più? Ho perso i conti! N.d.R.) premi vinti, due Ep, ma ancora un Cd completo non è mai arrivato. I tuoi fans soffrono la mancanza di un supporto digitale, e noi siamo convinti che tu stia lavorando nell’ombra come Paperinik. Piji, dì la verità…
Ho tante canzoni da parte. Spero anch’io che arrivi presto un cd completo, ma voglio fare le cose senza fretta.
Prossimi progetti (oddio, una domanda come questa fatta a te, è pericolosa!)?
Mille, duemila, ma si svelano man mano… per ora ci concentriamo sul chiudere al meglio l’anno con un buon concerto a Sulmona, poi riprendiamo le forze e si riparte di slancio: il Capodanno porta consiglio…
Piji ti ringraziamo della bella chiacchierata, ti abbracciamo virtualmente e anche un po’ fisicamente, e ti auguriamo ogni bene per il prossimo e anche per il lontano futuro!
Edyth Cristofaro
Foto di Federico Ugolini
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