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L’identità frammentata di Pablo Rubio

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[ARTI VISIVE]

Lidentit_frammentata1ROMA- Le tesi poststrutturaliste avanzate da Michel Foucault, Jacques Derrida e Roland Barthes sulla crisi del soggetto universale, stabile e unico, hanno dato l’evidenza della formazione di un soggetto mobile e instabile, dunque un individuo perennemente sopraffatto dall’istantaneità degli eventi che si manifestano nello spazio e nel tempo, rimettendo in discussione il concetto stesso di identità che il pensiero filosofico va costruendo sin dalla sua nascita.

Alla stabilità e alla universalità si contrappone la frammentazione dell’individuo e, dunque, la sua rappresentazione nel mondo materiale e spirituale confinata dietro gli spazi apparenti costruiti e decostruiti dal moderno villaggio globale, il quale tende verso la creazione di un gruppo dove le diversità intrinseche ad ogni essere vivente vengono annullate.
Queste constatazioni stanno alla base dei lavori dell’artista spagnolo Pablo Rubio esposti presso la Galleria Ingresso Pericoloso, i quali ci pongono di fronte a una evidente domanda esistenziale: si può catturare l’immagine frammentata degli esseri umani attraverso lo sguardo?
L’identità frammentata, titolo della mostra inaugurata lo scorso 15 ottobre e che prosegue fino al 22 dicembre, è l’oggetto dello sguardo fotografico di Rubio, il quale va alla ricerca del passato attraverso la rivisitazione della memoria di un soggetto da immortalare prima della sua scomposizione, o meglio frammentazione, esistenziale.

La mostra si avvale di immagini fotografiche che ritraggono l’artista, il suo volto, la sua essenza che si espande nello spazio e che risuona nella mente dello spettatore: sono immagini personali, immanenti, che mettono in pericolo lo scorrere del tempo, che di certo non può portare via la memoria e i ricordi di cui essa si nutre. Immagini che si muovono, che cercano una via di fuga Lidentit_frammentata2mentre lo spettatore si lascia rapire da corde nere aggrovigliate che partendo dal soffitto cercano un punto di contatto con il pavimento, il punto di appoggio che crea il confine con la labilità dell’esistenza umana: sono forse ricordi intrappolati o filamenti di un vissuto che creano disordine nella mente umana?
È questa l’arte di Pablo Rubio, il suo cercare negli spazi della memoria quelle forme del passato che occupano i nostri pensieri, che plasmano l’esistenza umana attraverso il rifiuto della frammentazione di un universo fatto di parole, gesti e visioni. I suoi lavori rappresentano la testimonianza della capacità della fotografia e di tutte le forme artistiche di rivalutare l’esistenza umana, dare ad essa una sua giustificazione e possibilità di recupero dell’identità individuale, ostacolata dalla trasmissione del sapere che limita gli esseri umani nelle loro capacità e nel loro tentativo di distinguersi. L’arte è il mezzo in grado di restituire le molteplici forme di esistenza ad un mondo abitato da esseri viventi che si distinguono l’un l’altro per le loro peculiarità culturali, etniche, geografiche, sessuali o religiose messe in pericolo dal pensiero globale.

Eva Di Tullio

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