C’e’ una certa Annalisa per te
[TEATRO]
ROMA – Sulle tavole di un palcoscenico si possono affrontare con grande comicità e allegria anche le paure e le incertezze di due generazioni a confronto, con i loro diversi modi di viverle e affrontarle, e ci riesce molto bene la commedia C’e’ una certa Annalisa per te, in scena dal 3 al 21 novembre al Teatro de’ Servi di Roma, per la regia di Ennio Coltorti.
Dall’unione di due atti unici di Sandra Conti, vincitori della rassegna “Attori in cerca d’autore”, è nata un’opera esilarante e allo stesso tempo realistica, nella quale i classici ruoli giovani-vecchi sembrano essersi invertiti, con i genitori che non si arrendono alla routine che tutto appiattisce e affrontano ancora, con coraggio ed entusiasmo, la voglia di rimettersi in gioco, e i giovani che si sentono invece già disillusi e pessimisti, sconfitti, ancor prima di cominciare a vivere, dalla paura e dall’incertezza del futuro.
I genitori sono due ex-sessantottini che si ritrovano oggi in un rapporto ‘in crisi’, dove le faccende domestiche e le pantofole hanno preso tristemente il posto delle manifestazioni e le battaglie giovanili. Invece di rassegnarsi, però, l’esuberante Rosy (Francesca Draghetti) rispolvera tacchi e rossi vestiti attillati per cercare altrove le emozioni perdute e per ‘solleticare’ le reazioni del marito Tony (Ennio Coltorti), uscendo tutte le sere con innumerevoli spasimanti che la tempestano di telefonate. Il tutto sotto lo sguardo imbarazzato e disapprovatore della figlia Luigia (Sandra Conti), un po’ troppo seria e molto colta, ma decisamente impacciata nei rapporti con i suoi coetanei e piena di complessi.
Con la determinazione razionale di dover dare una svolta alla propria situazione, Luigia si lancia, ma senza alcun entusiasmo e con mille ansie, in un appuntamento al buio con Luigi (Simone Crisari) un giovane altrettanto impacciato e insicuro, conosciuto ad una festa, con la complicità degli effetti disinibitori dell’alcool.
Le riflessioni dei due ragazzi durante la preparazione all’incontro tracciano un esilarante quanto sintomatico quadro delle loro paure e insicurezze, confermato dalla fallimentare serata in cui i pensieri dicono l’opposto delle parole e dei fatti. Ma più di tutto può forse la paura di perdere l’ultima chance o la rassegnazione al vuoto sentimentale e i due ragazzi si ritrovano comunque fidanzati.
La storia si evolve tra svolte inattese e rivelazioni a sorpresa e dal confronto diretto tra i quattro protagonisti emergono ancor di più le loro differenze. La vitalità dei genitori si avverte sempre forte e chiara tra divertenti battibecchi, provocazioni e ripicche, che esprimono nonostante tutto ancora freschezza e fiducia nel futuro. Mentre i due giovani appaiono sempre più timorosi e già spenti, senza aspettative, schiacciati dalla precarietà del lavoro, dal senso di inadeguatezza, dalla difficoltà di affrontare con coraggio l’ingresso nella vita adulta, con le sue responsabilità.
Ridendoci sopra e con grande ironia, insomma, questa commedia centra perfettamente temi che toccano un’intera generazione, regalando un grande divertimento al pubblico ma anche spunti di riflessione più profondi sul mondo dei sentimenti e delle relazioni dei nostri tempi.
Ottima la prova di tutti gli attori, abilmente calati con le rispettive caratteristiche di comicità nei diversi ruoli e perfettamente sintonizzati con il ritmo allegro ed incalzante dell’opera.
Emanuela Meschini
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