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Il Mantra di Roberto Cecchetto

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[MUSICA]

roberto_cecchetto_01_roma_2009ROMA- «Se mi chiedi di spiegarti cos’è il jazz, amico, non lo capirai mai.» Così recitava uno dei più grandi, la personificazione di quel genere di musica, il Mito, Louis Armstrong. Del Jazz possiamo discutere all’infinito, sulle sue origini, sulle sue influenze, sui suoi cambiamenti. Si può sicuramente affermare che è un genere che si basa sull’improvvisazione e la poliritmia, che utilizza le blue note e via discorrendo.

Riusciremmo anche a parlare, forse, delle evoluzioni e a racchiudere dentro alcuni canoni estetici precisi, sotto alcuni nomi quali swing, be-bop, hard-bop e free-jazz, e dei molti artisti dediti a questo tipo di musica. Ma, in fondo, credo che non riusciremmo mai ad essere esaustivi, come quando si parla di energia, di emozioni, di empatia che la Musica, soprattutto quella dal vivo, spesso regala.
ROB_CECCH_2E come ci ha insegnato Miles dopo Bitches Brew, i confini tra jazz, rock, funk e pop, sono così labili e questi generi così interscambiabili tra loro che parlare di Jazz è come parlare di tutto o niente, è come parlare di sperimentazione, di un genere in cui tutto sembra possibile, in cui si ha la voglia di mettersi in gioco con una tecnica che ti permette di giocare.
Per questo credo che la scritta che, sotto ogni concerto dell’Auditorium Parco della Musica, indica il genere del concerto presentato, a volte è fuorviante, limitante. Lo è stato sicuramente per il concerto visto nella piccola Sala Studio lo scorso 13 Ottobre. Fondazione Musica Per Roma ha presentato in quell’occasione il nuovo progetto discografico del chitarrista Roberto CecchettoMantra, edito dalla stessa etichetta dell’Auditorium, Parco della Musica Records.

Non stupisce che Roberto Cecchetto, milanese classe 1965, considerato uno dei chitarristi più originali e innovativi della scena musicale italiana, venga da esperienze come il quintetto elettrico di Enrico Rava, il Rava Electric Five, e collaborazioni con il musicista sperimentatore Gak Sato. E non stupisce che per questo progetto abbia scelto al suo fianco il sassofonista più jazz-rock della scena musicale Europea Francesco Bearzatti, il batterista Ivo Parlati che vanta collaborazioni rock-pop e uno dei contrabbassisti più versatili presenti in Italia come Luca Bulgarelli.
Il chitarrista ha proposto nel suo concerto tutti brani originali presenti nell’album, trasportandoci darOBERTcECCHETTO4ET atmosfere più spirituali ed evocative, le cui vibrazioni ci hanno avvicinato al concetto di mantra (concentrazione), ad atmosfere molto più rock in cui si prendeva in prestito dal jazz essenzialmente il concetto di improvvisazione e interplay, ma in cui ci si è sentiti travolti da un energia da concerto dei Sex Pistols.
Psichedelia e Free-Jazz, Rock e Fusion, energia catartica, bruciante e grezza, eccellenti capacità interpretative, tecniche e melodiche, sono alcune delle caratteristiche di questa splendida serata di, senza troppe classificazioni, MUSICA! Ed è un peccato che concerti simili possano giungere ad un ristretto numero di persone, che non abbiano un seguito come quello dei concerti rock, solo perché inseriti in una classificazione di musica che apparentemente sembra di nicchia e di difficile interpretazione. I puristi del Jazz sicuramente hanno storto il naso, ma in sala si respirava profumo di vera libertà espressiva!

Valeria Loprieno

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