Tra terre e cielo: arte oltre le frontiere
[ARTI VISIVE]
ROMA- Molti sono gli artisti di fama internazionale che scelgono di vivere a Roma e ancora di più sono coloro i quali scelgono la nostra capitale come luogo ideale per rappresentare la loro creatività, come l’artista Mikel Gjokaj, nato in Kosovo e residente a Roma dal 1975.
Proprio in onore dell’artista kosovaro è stata allestita una mostra presso il Complesso del Vittoriano per raccontare quelle visioni provenienti dalla contemplazione o semplicemente da uno sguardo che si posa leggermente sulla natura sospesa tra terre e cielo. Sono oltre cento le opere di Mikel Gjokaj selezionate per l’evento Tra terre e cielo che chiuderà al pubblico il prossimo 10 ottobre: un connubio di dipinti, tecniche miste e acquerelli aventi in comune la bellezza e la semplicità degli elementi che circondano l’essere umano, ovvero quella natura che nutre l’esistenza umana con visioni estatiche o paesaggi tempestosi che l’uomo non può domare ma solo veder realizzarsi.
L’arte di Mikel Gjokaj si celebra attraverso colori forti, in evidente contrasto: al rosso della terra viene contrapposto il blu intenso della notte che scende sul paesaggio; la densità cromatica viene impressa in modo decisivo ed impetuoso sulle tele: sembra quasi che il colore prenda forma e sostanza anche se lo sguardo dello spettatore è posto ad una distanza considerevole dal dipinto. La passione e il furore creativo dell’artista si esprimono anche attraverso la scelta di esprimere la propria visione del mondo reale tramite incisioni aventi come oggetto gli elementi naturali, come fiori.
In dipinti come Labirinto fiorito, tanto per citare un esempio, lo spettatore si accorge di non essere di fronte ad una semplice celebrazione della natura ma ad un mondo costantemente in bilico tra la pura realtà e la finzione: l’artista chiede allo spettatore di immergere la sua essenza ed i suoi sensi dentro il colore e le forme che ondeggiando in modo discontinuo, sembrano creare un effetto giocoso a cui lo sguardo non può sottrarsi. In tal modo, il cielo e la terra sembrano essere capovolti, a tratti l’uno prende il posto dell’altro, in un continuo divenire che vanifica la rappresentazione dell’ordinario.
L’arte di Mikel Gjokaj è un continuo oltrepassare la frontiera dell’ordinario verso territori capovolti, ignoti o semplicemente da esplorare.
Se le mie parole vi hanno sussurrato un fragoroso senso fiabesco, se volete stabilire un contatto con la natura e le sue forme allora andate a scoprire il mondo di Mikel Gjokaj.
Eva Di Tullio
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