CINEMA finalissima_ I corti alle finali
Ultimi appuntamenti, in questo settembre ancora caldo. Abbiamo nuovamente assaporato lo scenario dell’Alpheus, ci siamo divertiti con i giochi del Jack Daniel’s on tour e abbiamo fatto, ovviamente, incetta di cortometraggi.
Alcuni già visti, altri osservarti per la prima volta ed ecco cosa abbiamo visto con i nostri stessi occhi agli ultimi tre appuntamenti dell’amato MArteLive: durante le serate nella sala cinematografica non solo abbiamo assistito ai corti selezionati per la finalissima, ma anche a due eventi speciali.
E’ stata la volta di David Petrucci, figlio di Vincenzo Petrucci (pittore e scultore di rilievo internazionale), che ha mostrato due opere come Riflesso e Delusion, entrambe indirizzate nell’analisi dell’animo umano, tra segreti nascosti, ombre sulla coscienza e l’evasione come primario mezzo per sfuggire dai propri problemi.
Se il primo personaggio in “Riflesso” si priva della vista per dimenticare l’orrore di una figura che ne rammenta l’egoismo, il secondo in “Delusion” si getta sulla droga, rischiando di ferire ciò che più potrebbe contare nella sua vita. Importante è stata anche la proiezione del trailer dell’ultima opera di Petrucci, Canepazzo, con Daniele Miglio, Marco Bonetti e Gianmarco Tavani, presentandosi già come un lungometraggio al quanto accattivante.
Per l’ultima serata dell’11 sono state anche proiettate le opere di Antonio Rezza e Flavia Mastrella che già avevamo avuto l’opportunità di conoscere attraverso un altro evento proposto dal MArteLive: Troppolitani speciale Natale al Quartiere e Schizzopatia sono state le due opere in programma, nella solita amara ironia che finisce sorprendentemente con il distinguerli.
I corti in finale, tra commozione e messaggi importanti, sono stati i veri protagonisti delle nostre serate MArteCinema, lasciandoci con un certo vuoto ora che sappiamo, come ogni anno, che è ora di chiudere tutto e di spegnere lo schermo, salutandoci per il 2011.
140…Oltre il Limite
Regia: Giuseppe Peronace
Il corto di Peronace ci apre chiaramente una visione abbastanza ironica sulla crisi che tutti, bene o male, stiamo affrontando in questo lungo periodo. Tra mance per cameriere e mance per escort, due amici, si ritroveranno in una bizzarra quanto pericolosa situazione, in una finale risoluzione leggera e sdrammatizzante.
Ben girato, il corto si dimostra essere un valido prodotto, con scene scorrevoli e dialoghi abbastanza piacevoli.
Salim
Regia: Tommaso Landucci
Vincitore del Premio Lazio Giovani nel corso della sesta edizione del Festival Pontino del Cortometraggio, “Salim”, girato interamente a Lucca narra della vicenda di un ragazzo che per scappare dai carabinieri, si rifugia all’interno di una chiesa. Vi resterà chiuso tutta la notte, entrando maggiormente in contatto con la sua spiritualità e il suo credo.
Il corto si presenta lineare, intenso e leggero in alcuni tratti, genuino nelle immagini che ci vengono mostrate. Simbolica la scena in cui, da un lato il mussulmano Salim prega alla sua maniera, e dall’altra invece il Prete è inginocchiato di fronte all’altare.
Genesis
Regia: Alessandro Vitali
Attraverso determinate immagini del nostro corpo, andiamo incontro alla vita. Ci soffermiamo tra i lineamenti, gli occhi, e parte del corpo che può mutare nella sua forma. Un corto ambiguo quanto, sotto certi punti di vista, inquietante nella visione di parti distorte, che infine si intrecciano l’uno all’altra, inevitabilmente.
Lacrime
Regia: Fabrizio Ancillari
La vendetta al centro del corto di Ancillai, come primaria arma, contro coloro che ci tolgono tutto ciò che amiamo. Una madre che perde un figlio, ed un uomo che ne subisce le conseguenze, nel dolore e nell’odio di chi si ritrova, per conseguenze, a dover scendere allo stesso livello di inumanità. Comprendiamo come un atto richiami a sé l’altro, in un intreccio psicologico, privo di razionalità alcuna.
Il sistema morbido
Regia: Lorenzo di Nola e Brando Bartoleschi
Chi sta a contatto con i presunti “pazzi” finisce per impazzire a sua volta? Sull’ambigua soglia tra paziente e medico curante si gioca “Il sistema morbido”, corto che prende ispirazione da un racconto di Poe ( The System of Doctor Tarr and Profesor Fether ), trasferendone l’ambientazione in una anomala clinica psichiatrica e mutandone il registro: dalle suggestioni gotiche care al maestro dell’orrido a un molto più solare carrozzone felliniano. Pazza è la vita insomma, e la gioia non è certo patologia da curare.
Rec Stop & Play
Regia: Emanuele Pisano
Comunicare è importante: che sia attraverso un pezzo di carta scritto, un piccolo registratore o una miriade di bicchieri di carta legati ad un filo, l’essenzialità di ritrovarsi anche solo con uno sguardo è il fulcro delle nostre stesse esistenze.
Ed è così che, Emanuele Pisano, ci accompagna lungo le piccole vite dei suoi protagonisti, tra una detenuta in regime di semilibertà, un giardiniere ambiguo e un padre alle prese con un figlio in stato vegetativo. Un corto ricolmo di emozioni, toccante nelle sue più piccole sfaccettature, di persone normali che vanno avanti nelle loro vite, cogliendo le possibilità che si presentano davanti ai loro occhi.
Carmilla
Regia: Fabio Mollo
Opera che mostra il tema centrale dell’omosessualità in maniera scorrevole quanto intrigante. La protagonista che entra in conflitto con sé stessa, nei quadri stessi che disegna, come se potesse conservare lì il suo lato più oscuro, l’attimo preciso in cui il desiderio si incrocia con i più intimi sentimenti inconfessati.
Carmilla diventa motivo principale di dibattito e di un pensiero ancora sconvolgente quanto ostinatamente respinto, seppur si entri perfettamente in sintonia con l’attrazione viva delle due protagoniste, trovando di colpo il normale in ciò che viene considerato “diverso”.
Piccoli silenziosi passi
Regia: Pako Longo
“L’importante è attuare tutto a piccoli silenziosi passi”, il corto di Longo parla di Andrea che in un ipotetico futuro, pare uno dei pochi esseri umani che ancora fugge da un meccanismo di controllo sociale, politico e soprattutto commerciale ormai accettato dalla massa.
L’opera di Longo è ovvia denuncia, che viene rimarcata nei confronti del futuro e di chi, come gli Americani, hanno già effettuato impianti di microchip sottocutanei per le più disparate funzioni quotidiane.
In un mondo che ormai va alla deriva, o meglio verso una nuova realtà con differenti metodi di vita, l’unica cosa che può essere consigliata è di fare tutto a piccoli passi, seppur per quanto silenziosi possano essere non potranno sottrarci dal triste destino che, un giorno, ci attenderà.
Oggi gira così
Regia: Sydney Sibilla
Racconti di un mondo odierno: Gianni, un professore di latino e greco con un forte esaurimento nervoso tenta il suicidio, Mirko e Danilo, due ultra trentenni balordi che, pur di vivere, si sono inventati un mestiere piuttosto singolare. Le loro vite si intrecceranno per caso in un lussuoso appartamento nel centro di Latina, nel quale abita una famiglia borghese di cui fa parte Lucia, una graziosa adolescente già annoiata dalla vita, creando quella che verrà definita una bizzarra giornata. Stralci di vita, di persone, di problemi e altrettante prese di posizioni, che fanno da quadro all’opera di Sibilla.
Vercinge
Regia: Matteo Macaluso
Mezzani, Italia, 1944. Attraverso i ricordi di Ermes, ripercorriamo un tempo oscuro, fatto di terrore e di morte. Contadini inermi che vengono travolti dalla furia nazista, dalla guerra che incombe e dagli atti disumani che ne rovinano per sempre l’animo. Alla ricerca di un gruppo di Partigiani, i Nazisti compiono violenti rastrellamenti pur di raggiungere la loro meta, uccidendo e torturando contadini innocenti. Eppure nell’odio e nel male, vi è sempre una nota di speranza, in qualcosa che andato a buon fine può segnare e determinare una vita intera. Macaluso ci lascia addentrare perfettamente negli occhi di Ermes, in qualcosa che rimarrà per sempre scolpito nella sua memoria.
Alessia Grasso
Alessia Grasso, cinema, cortometraggi, martelive, martelive 2010, martemagazine, settembre 2010