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Kings of Convenience Live

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kings-of-convenience050ROMA- Luogo comune vuole che i nordici siano emotivamente freddi, ma a vedere il concerto del duo norvegese, formato da Erlend Oye e Eirik Glambek, si direbbe piuttosto il contrario! Con la loro semplicità, autoironia e simpatia contagiosa  hanno coinvolto il pubblico al punto tale da renderlo parte attiva dello show!

A pochi minuti dall’inizio, previsto per le 21.00, la cavea dell’Auditorium Parco della Musica, lo scorso 29 luglio, è ancora mezza vuota. C’è chi sta entrando, chi sta cercando la propria postazione, quando con l’incredulità dei presenti Erik sale sul placo, fa qualche battuta e presenta il gruppo spalla, gli Ophelia Hope, quartetto multinazionale formato dalla cantante norvegese Ingrid Mjanger, il bassista di Reggio Emilia Davide Bartolini (tra l’altro produttore artistico dei Kings), il cantautore australiano Paul Holden e il percussionista inglese Craig Farr che hanno fatto conoscere in anteprima i brani del loro album (uscito per il momento solo in Norvegia). Il sound delicato di questa band di Bergen, definito da un giornalista come “Burt Bacharach coi postumi kings-of-convenience008di una sbornia” e da un altro come “musica per le tre del mattino con un’aria pop jazz anni 60 e melodie che rimescolano l’anima”  ha saputo conquistare per una buona mezz’ora l’attenzione degli spettatori.

Finalmente, le luci si abbassano, il pubblico è in trepidazione per l’arrivo sul palco del duo norvegese, qualche minuto ancora, giusto il tempo di sistemare gli strumenti ed eccoli salire tra le urla e gli applausi della folla. Un po’ timidi salutano e con le loro chitarre acustiche intonano le prime note di “My ship isn’t pretty”, dall’ultimo album Declaration of dependence, album questo più’ sintetico rispetto ai precedenti,  in cui le percussioni sono ridotte al minimo e le voci suadenti si fondono in melodie morbide, malinconiche, quasi eteree.
Segue “Summer on westhill”,  “I don’t know what you save from”, traccia tratta dall’album d’esordio, per poi proseguire con “Me in You” e “24-25”: è un continuo transitare dal passato (2001 anno dell’esordio sul mercato mondiale del gruppo) al presente.
Tra un brano e l’altro scherzano con gli spettatori “State passando una buona serata?“, domanda Eirik. “Potete schiocchiare le dita?” Intanto Erlend mette in scena un buffo balletto e sulle note di “The girl from back then” passa all’improvvisazione al piano. Dopo un insolito scambio di chitarre  kings-of-convenience053Questo è il momento dello show– afferma divertito Erik- in cui io ed Erlend ci scambiamo gli strumenti, lui diventa un country man e io quello della classica” parte “Mrs Cold” primo singolo tratto dall’ultimo album.
Arrivati a metà serata, fanno entrare Tobias Helt e Davide Bartolini, ovvero rispettivamente violino e contrabbasso. Suonano le hits più celebri come ‘Misread’ e  ‘I’d rather dance with you’,  tra grida e applausi, l’atmosfera è ormai incandescente, il pubblico è chiamato ora a cantare, ora a schioccare le dita simulando il suono della pioggia, ora a ballare direttamente sul palco!
Chiudono il concerto ‘Homesick’ e ‘Know how’, perfetti ad esprimere la semplicità e l’eleganza della loro musica  “What is there to know? all this is what it is ,you and me alone, sheer simplicity”.

Vanessa Scicchitano

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