Roma incontra il Mondo: Bandervish, Sud Sound System, Rosalia De Souza
Bandervish: vecchie e nuove frontiere musicali
ROMA- Villa Ada lo scorso 23 giugno si è tinta della World Music dei Radiodervish e della musica bandistica tradizionale della Banda Giuseppe Verdi di Sannicandro di Bari, guidata dal Maestro Livio Minafra.
Un connubio insolito e spiazzante per i vecchi estimatori del duo pugliese e della loro musica così intimisticamente orientaleggiante: il loro delicato melting pot di suoni e linguaggi inserito tra i tromboni e i rullanti di una banda di paese, la Giuseppe Verdi, nata nel 1973 per volontà di alcune famiglie desiderose di far rivivere l’antica tradizione bandistica cittadina, si è rivelato un incontro audace e, a seconda dei gusti, non necessariamente vincente.
Michele Lobaccaro e Nabil Salameh, anime vibranti del progetto Radiodervish nato a Bari nel 1997 dall’incontro tra l’Oriente libanese di Nabil e l’Occidente salentino di Lobaccaro, ripropongono i frutti maturi delle loro esperienze più riuscite e preziose, rimescolandole in un formato banda originalissimo, che nulla ha a che vedere con il classico “zumpa zumpa” delle processioni. A onor del vero, Minafra ha saputo adattare gli arrangiamenti ad ogni tipo di linguaggio e colore della musica da banda, creando una sorta di “world banda” che si adatta ai pezzi storici del duo, ma senza aggiungere nulla alla poesia che quelle stesse creazioni trasudano.
Interessante e innovativo il progetto che segna una corsa a ritroso nel tempo per tornare alle origini della modernità, che però ci ha lasciato perplessi: l’innata musicalità insita nella voce di Nabil si perde nella corposa presenza di fiati della banda, gli storici arrangiamenti della band spariscono tra gli innumerevoli strumenti e spesso le canzoni riproposte divengono quasi irriconoscibili, quantomeno negli intro musicali.
Recuperare un ricco patrimonio, come quello bandistico, da cui attingere ancora per muoversi in altre direzioni inesplorate può essere una finalità indiscutibile, ma forse va ripensato anche in funzione della delicatezza di alcuni tipi di armonie che non dovrebbero in alcun modo perdere la loro naturale inclinazione melodica, così i Radiodervish sembra abbiano fatto un passo indietro, rinunciando a qualcosa di se stessi, che è, però, imprescindibile.
Edyth Cristofaro
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