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Promemoria. Quindici anni di storia d’Italia ai confini della realta’

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[TEATRO]

locandina-70x100ROMA- La prima Repubblica muore affogata nelle tangenti, la seconda esce dal sangue delle stragi, ma nessuno ricorda più niente. La storia è maestra, ma nessuno impara mai niente.”

Con queste parole esordisce Marco Travaglio nel suo spettacolo Promemoria. 15 anni di storia d’Italia ai confini della realtà, per la regia di Ruggero Cara, protagonista il 17 luglio scorso del Festival Internazionale di Musica, Teatro e Danza Cosmophonies al Teatro Romano di Ostia Antica.
Nell’era della comunicazione e della globalizzazione, dove le informazioni sono virtualmente a disposizione e a portata di tutti come forse mai prima nella storia dell’umanità, nel nostro povero Paese è sempre più difficile trovare spazi dove sia possibile raccontare in piena libertà anche i fatti e i retroscena più scomodi della nostra Storia contemporanea. Come nell’antica Roma, dunque, il Teatro torna ad essere il luogo dove raccontare, denunciare e irridere i vizi e le virtù dei nostri governanti, anche senza il velo della metafora, della satira o della parodia.

Così, Marco Travaglio, con feroce ironia e una buona dose di sarcasmo, porta su questa marco_travagliomagnifica scena antica la cronaca dei fatti odierni. Fatti raccolti tra archivi e documenti ufficiali, da un giornalista attento che in un lungo concatenarsi di eventi, circostanze, citazioni, interrogatori, sentenze e registrazioni tenta di individuare le connessioni e gli snodi che hanno portato l’Italia fin qui e, con l’abilità oratoria e un crescendo che ricorda lo shakespeariano discorso di Antonio sul cadavere di Cesare, denuncia la corruzione morale e l’incapacità politica della nostra classe dirigente.
Una sorta di Bignami della nostra storia più recente, come lui stesso lo definisce. Un Promemoria, appunto, per contrastare l’opera di mistificazione e stravolgimento della realtà messo in opera dal nostro sistema di media che ci porta a dimenticare, o ricordare al contrario, anche i fatti di cui siamo stati noi stessi testimoni e in qualche modo vittime, spettatori inermi e paganti, anche a caro prezzo.
Cambiano le parole per cambiare la storia” e così, per esempio, un latitante diventa un esule, un mafioso assassino diventa un eroe o una prescrizione diventa un’assoluzione…

I fatti, dunque, sono quelli della cronaca politica e giudiziaria italiana degli ultimi vent’anni (lo spettacolo è del 2007 e nel frattempo si è andato aggiornando!) a partire da Tangentopoli e la fine della Prima Repubblica, passando per i maxiprocessi e le stragi di mafia, fino alla “pax mafiosa” che perdura tutt’oggi, al prezzo di una costante ‘normalizzazione’ fondata sui ricatti incrociati della politica, sull’impunità e su continui attentati alla Costituzione, da parte di una cospicua e trasversale componente dei palazzi del potere.
Tra le tante perle, non potevano ovviamente mancare i retroscena della ‘misteriosa’ ascesa, prima imprenditoriale e poi politica, di Berlusconi, da anni ormai protagonista assoluto della nostra storia, di cui Travaglio offre anche un ‘divertente’ compendio delle migliori gaffes nonché incidenti diplomatici. Ma di nomi se ne fanno tanti, e ce n’è per tutti, dallo stalliere mafioso di Arcore Mangano, a Dell’Utri, Previti, Pomicino, Craxi, Andreotti, D’Alema, Prodi e Veltroni.
Contrapposti con amarezza e rimpianto nell’epilogo finale a quelli di Falcone, Borsellino, marco_travaglio_2Montanelli, Ambrosoli e Berlinguer che invece di essere rinnegati o relegati in un angoletto dovrebbero essere presi ad esempio e inseriti nel Pantheon di tutti i partiti, perché “da morti sono più vivi di tanti morti viventi”.

Tutto questo, e altro ancora, scandito in sei quadri più un epilogo, incorniciati dalla musica dal vivo di C-Project (Valentino Corvino violino, elettronica e Fabrizio Puglisi tastiere, sintetizzatori) alternata ai frammenti di contributi audio con le voci di grandi personaggi come Martin Luther King, Ghandi e Paolo Borsellino o mixate in forma di rap con le voci di Berlusconi e altri. I brani musicali proposti sono in effetti più di un semplice intermezzo, perché con le loro particolari sonorità accompagnano le menti degli spettatori, favorendo la sedimentazione di tutte le notizie e le informazioni ricevute prima di passare all’argomento successivo.
Vent’anni di storia, e così densi di accadimenti, sono tanti e lo spettacolo dura infatti più di tre ore. Eppure il pubblico, davvero di ogni età ed estrazione, in un teatro stracolmo e straripante, non ha mai dato il minimo segno di cedimento, attento e partecipe fino alla fine e anche oltre, a giudicare dai commenti e le domande che circolavano durante il lungo percorso tra le rovine verso l’uscita, nonostante il caldo estenuante anche a tarda notte di questo luglio romano e la scomodità dei meravigliosi ma duri gradoni di pietra…

Emanuela Meschini

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