Da Berlino a Londra attraverso l’arte
[ARTI VISIVE]
BERLINO- Berlino è un posto fantastico per chi cerca la strada per il futuro e per chi ha voglia di sperimentazioni eclettiche: musei improvvisati, gallerie di arte contemporanea, vecchi fabbricati, opifici diventati luoghi creativi, graffiti e stencil che danno il benvenuto ai turisti a caccia di un pezzo di quel muro che per molto tempo ha diviso l’Europa.
Berlino si nutre di tutto questo e, poiché ricopre il ruolo della Capitale europea più innovativa e giovane dal punto di vista culturale, la libertà di espressione è il suo punto forte, la linea guida dei suoi percorsi storici e artistici che la avvicinano a qualsiasi sorta di partecipazione sociale allo sviluppo creativo; la sua storia, il suo passato e le imposizioni giunte dalle voci che un tempo governavano la città, sono un monito per le generazioni future, ma rappresentano anche la testimonianza delle lotte quotidiane di chi non riesce a far valere i propri diritti di libertà e partecipazione allo sviluppo sociale.
E’ su questo presupposto che la NGBK, acronimo di Neue Gesellschaft fur Bildende Kunst e. V., una galleria di arte moderna da cui si accede attraverso un bookshop situato in uno dei quartieri più alternativi della capitale tedesca, ovvero Kreuzberg, ha allestito una mostra dal titolo Goodbye London – Radical Arts and Politics in the Seventies, un omaggio ai movimenti di lotta organizzati a Londra da associazioni di lavoratori, gay e lesbiche, femministe in aggiunta al movimento squatting che ebbe eco nella Londra degli anni Settanta.
In questo covo di creatività gli scatti di fotografi del calibro di Jon Savage e Homer Sykes, nonchè l’occhio di altri artisti come Stuart Brisley, Jo Spencer, David Hall, Peter Kennard, Derek Jarman, si prestano all’attenzione di un pubblico moderno che riscopre i volti di uomini e donne che hanno alzato la loro voce contro la speculazione finanziaria ed edilizia, che ha colpito alcuni quartieri londinesi di qualche decennio fa. Sui muri della galleria compaiono immagini fotografiche e collage che mettono a nudo una realtà in fermento e vale la pena rimarcare come, tra tutte le forme d’arte chiamate in causa e che vengono esposte presso i locali del NGBK, quella che occupa l’attenzione del visitatore è la fotografia riguardante alcune donne all’attacco, che urlano in nome della libertà per tutti coloro che la società etichetta come outsider.
E poi ancora filmati, installazioni e poster che vanno ad incorniciare questo tuffo nel passato che tanto ci ricorda il momento di depressione economica e sociale a cui stiamo assistendo e che solo l’arte può riscattare. Ed è proprio attraverso l’arte che al movimenti sociali si affiancano i collage e le fotografie degli artisti menzionati sopra, i quali tendono a concentrare la loro attenzione sul vuoto delle fabbriche e industrie alimentato dalla crisi.
La mostra, che terminerà il 15 Agosto 2010, intende ricordarci la forza espressiva dell’arte in grado di catturare momenti e situazioni difficili di cui altrimenti non resterebbe altra testimonianza: i volti di esseri umani, donne, uomini e bambini uniti dalla speranza di un mondo più equo.
Eva Di Tullio
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