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Piacere di conoscerMi: GARD

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[ARTI VISIVE]

DSC_1063ROMA- Dopo 15 anni di attività volta alla promozione dell’arte con  eventi che abbiamo avuto il piacere di raccontarvi su queste pagine virtuali, vale a dire le mostre sul riciclo, nonché quelle in supporto degli artigiani abruzzesi vittime del terremoto dello scorso anno, Il GARD, ovvero la Galleria Arte Roma Design, ha chiuso i suoi spazi espositivi siti ad Ostiense, con una mostra conclusasi lo scorso in  giugno in favore di AMREF.

Ed ancora una volta Sonia Mazzoli ha invitato la nostra redazione per documentare un altro successo di sperimentazione artistica tipica del GARD, ovvero Piacere di conoscerMi..”Io VerygioAutoscatto”, una collettiva di artisti i quali hanno concentrato la loro creatività nell’autoscatto, inteso come autoritratto e rappresentazione dell’io che si manifesta nel dovunque.
Cinque sono gli artisti che si sono riuniti in questo appuntamento con l’arte, cinque nomi provenienti da ambienti e le esperienze diverse ma con un unico denominatore: raccontare se stessi attraverso il vetro di una lente che coglie attraverso la fotografia l’attimo e la sua essenza, e dunque la nostra vita fatta di dettagli ed emozioni che assumono forme e colori sempre diversi.

Così, in un turbine di immagini poste a formare un mosaico cromatico spuntano i nomi degli artisti coinvolti: la calabrese Teresa Comberiati porta in scena il volto dei suoi affetti più cari in bianco e in nero; Veronica Giovannoni (In arte Verygio’) sceglie invece la sua carica sentimentale, il mondo delle emozioni che partendo dalla loro essenza si irradiano sulle immagini fotografiche.
Da sottolineare anche l’esperienza dei romani Massimo Lauriola ed Elisabetta Tommasoni, quest’ultima soprattutto impegnata nella pittura su foto che le consente di portare alla luce la sua passione per il movimento, per la fluidità e dinamismo delle cose che vengono riportate in fotografia: le onde del mare, lo scroscio di una cascata, le curve sensuali di esseri femminili.
MeRyLeMInfine, MeRyLeM, romana di adozione, mostra allo spettatore il suo mondo onirico, la sua favola nascosta attraverso l’uso di tonalità contemporaneamente morbide e violente, sottolineata dalla scelta dei colori rosso e verde.
Non si è trattato solo di una collettiva ma di un vero e proprio trionfo dell’arte fotografica sulla quotidianità che talvolta, anzi molto spesso, ci appare misteriosamente impenetrabile ma tuttavia descrivibile attraverso l’estro creativo di esseri viventi che di essa si nutrono, costantemente, perché la vita è fatta di attimi e emozioni che lasciano il segno. Anche quello dell’arte. Noi della redazione ringraziamo il GARD per averci deliziato la vista con le sue ricette d’arte e soprattutto speriamo vivamente che non sia la sua ultima mostra.

Eva Di Tullio

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