Suicide Veejay show
[TEATRO]
Tornano sul palco del Teatro Spazio Uno di Roma, gli ADLP (Attori da lunga perizia) che ormai da oltre dieci anni propongono spettacoli di ogni genere al pubblico romano. Dopo essersi cimentati in Front Page, Rumori fuori scena, Erano tutti figli miei, il Gabbiano e il Re Muore, hanno deciso finalmente di mettersi in gioco con un testo loro, accompagnati dalle musiche dei Lemmings, band che ha partecipato al MArteLive 2009.
Si deve a Giuseppe Pollicelli ed Emiliano Rubbi la scrittura di questo testo che diverte e fa riflettere. Nato intorno alla figura del trentenne di oggi e forse anche un po’ dalla trasposizione cinematografica della gioventù odierna, Suicide Veejay Show si contorna di figure vicine alla realtà, in una casa popolata da gente che in qualche modo “tira a campà”.
Cinque sono i personaggi su cui tutto ruota, “giovani” che, non senza difficoltà d’ogni genere, condividono lo stesso appartamento e che appaiono accomunati, pur essendo l’uno assai diverso dall’altro, da un medesimo scontento nei confronti dell’esistenza. Tutti e cinque, soprattutto, patiscono il disagio e l’insoddisfazione, rispetto ai quali sembrano impotenti, che procura loro l’essere immersi in una situazione “sospesa” e circolare (mancante, cioè, di vie d’uscita). Il vivere, insomma, in una sorta di opprimente limbo.
Danilo è un ragazzo colto e dai modi ostentatamente raffinati; Melania, la più giovane del gruppo, una ragazza dall’animo candido e facile a incontenibili entusiasmi; Mario, un trentenne di belle speranze, buona famiglia e ottimi studi che non riesce ad accettare l’idea di essere finito a fare il commesso in un ipermercato di periferia; infine Lucia, che cela sotto una pignoleria maniacale e una certa qual freddezza di sentimenti una profonda insicurezza ed infine Stefano un veejay fallito che gioca con la sua depressione mimando, seduto su un water, una roulette russa eseguita con una pistola scarica.
Attorno a loro circolano la commessa stupidella, l’amica da “accasare”, lo sfigato che dopo una festa ti ritrovi in cucina a fare colazione con la tua tazza e l’ultimo goccio di latte rimasto e infine, un esilarante venditore di strani congegni per dare un’aggiustata alla faccia (chirurgicamente e non) e ad altre parti meno visibile del corpo!
Lo spettacolo cela in ogni momento la tristezza e il cinismo, spesso dietro taglienti battute e molto sarcasmo, ma sicuramente lo spettatore è nella maggior parte dei casi troppo impegnato a ridere per perdersi in altre riflessioni. Tuttavia niente è lasciato al caso, ogni cosa forse nel finale torna al suo posto, forse ognuno troverà se stesso o forse tutti si perderanno immancabilmente nei personaggi che si sono creati.
La compagnia teatrale ADLP, nasce nel 1995 e in questi quindici anni di lavoro in cui si sono succeduti diversi registi e attori senza snaturare il gruppo iniziale, si sono valsi in molteplici concorsi aggiudicandosi premi come: miglior attore protagonista a Giuseppe Pollicelli in Rumori fuori scena; miglior attrice protagonista a Silvia Antonini in Erano tutti figli miei alla rassegna Tuttinscena del teatro Cometa.
Manuela Tiberi
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