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Il dolore

Melato-Mariangela
[TEATRO]

Melato-MariangelaIl dolore, l’angoscia e le paure di una donna innamorata che ignora la fine che ha fatto il suo uomo. Vivere di speranze, abbandonarsi allo sconforto o domare l’ansia dell’attesa?

Questo  e molto altro dà origine alle intense pagine dei diari della celebre scrittrice Marguerite Duras che 40 anni fa narrava, più per sé che per i posteri probabilmente, gli interminabili giorni passati ad attendere notizie del marito deportato a Dachau. I diari furono ritrovati per caso molti anni dopo e Mariangela Melato, in scena dall’11 al 23 maggio al Teatro Valle di Roma con la regia di Massimo Luconi, fa rivivere con rara delicatezza e intensità il dolore di una donna paradigmatico di un’intera generazione: quella delle guerre.
E come spesso accade i microcosmi individuali palesano, nella loro valenza collettiva, meglio di qualsiasi altra cosa la follia dell’epoca, complici i testi del monologo, tanto ruvidi da scalfire anche gli animi più duri, una scenografia ansiogena e una presenza scenica della Melato versatile e comunicativa come poche, capace di sviscerare l’ampio spettro delle passioni umane. 
Nelle stesse parole dell’attrice questo è uno spettacolo difficile e, rivolgendosi al pubblico, dice “vi ho sentito dall’inizio alla fine con me”. Non sono parole dette a caso, poiché pur rappresentando uno spaccato del passato Il dolore ha un valore ben più universalistico, riferibile alla sofferenza in qualsiasi epoca.
Chiuse le scene, fra gli applausi del teatro, rimane un solo dubbio: che ne è stata della Duras militante e attivista? Forse la dimensione intimista e tutta personale ha tolto un aspetto che meritava di essere approfondito…

Angelo Passero

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