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Erba cattiva

teatralmente
[TEATRALMENTE]

teatralmenteL’erba cattiva… non muore mai è lo spettacolo in scena al teatro Vittoria dal 12 al 31gennaio, che vede il debutto come attore, di Enzo Gragnaniello, uno dei più importanti autori ed interpreti della canzone napoletana.

Secondo il cantautore l’erba cattiva è quella parte, anche positiva, di ogni essere vivente, che qualche volta si cerca di togliere e di strappare, ma che non può mai essere distrutta fino in fondo, andando a formare una sorta di sostanza eterna che rimane ad animare tutto ciò che vive.
L’erba cattiva…non muore mai riprende il titolo dell’ultimo album di Enzo Gragnaniello, è stato scritto da Bruno Colella che ne ha curato anche la regia.
Il canovaccio ruota intorno alla storia di un famoso musicista ed un attore-regista che vengono scritturati da un misterioso produttore, per uno spettacolo teatrale che racconta Napoli ed il mondo intero, la sua magia, le sue luci e ombre. Enzo Gragnaniello, musicista nato nel vicolo più stretto della città del Vesuvio, con alle spalle una vita spericolata di quelle vere, e l’attore Luigi show_erba-cattiva-001447Di Fiore si incontrano come vecchi amici in un albergo con vista sui Quartieri Spagnoli e, tra chiacchiere e ricordi, partono per una viaggio ideale attraverso una Napoli che diviene specchio e simbolo dei contrasti del mondo intero, con le sue bellezze altere e le sue miserie, la disperazione e la speranza.

La messa in scena si muove su tre piani: musicale, quando Gragnaniello accompagnato dai musicisti canta le canzoni del suo repertorio; prosa, quando si cimenta come attore nei duetti con Luigi Di Fiore o assiste divertito e commosso ai suoi monologhi; audiovisivo, quando sulle tre grandi pareti mobili vengono proiettate immagini e filmati di repertorio insieme ad opere originali di videoartisti.
L’erba cattiva…non muore mai
è un viaggio attraverso i labirinti della città partenopea, i suoi vicoli, le sue strade, tra difficoltà e contraddizioni. Ma anche pellegrinaggio nell’animo di un uomo, con i suoi umori, le sue sensazioni, e le riflessioni su tematiche sociali scottanti come la paura, la violenza, le morti bianche, il sovraffollamento delle carceri, l’emarginazione.
Tutte immagini e suggestioni che il pubblico può vedere e cogliere attraverso video e proiezioni che si alternano a musica e percussioni per esprimere i ricordi e la vita vissuta di Enzo Gragnaniello: parole che raccontano la speranza di una vita che non si lascia mai completamente sopraffare dalle mille difficoltà.Musica in primo piano, quindi, con le songs più struggenti che raccontano l’infanzia dell’artista, la sua vita nella sua città, che Gragnaniello interpreta accompagnato da Erasmo Petringa al violoncello, Ezio Lambiase alla chitarra, Emidio Petringa alle percussioni ed Attilio Pastore alle percussioni a fiato. In scena anche Vincenzo Capitano.

Gabriella Radano

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