Divino Tango de Buenos Aires
[DANZA]
ROMA- “Il tango non è una proprietà privata, o soltanto un passo più o meno complesso o sensuale. Non è soltanto un Museo di personaggi di inizio del Novecento nei fiumi peccaminosi delle Milonghe. Il Tango non si impara, si vive! Il Tango è parte della nostra anima argentina. Oggi, come ieri, come domani. E se la nostra anima è Divina, lo é anche il nostro Tango!” (Adriàn Aragòn)
Spettacolo elegante e sensuale, Divino Tango, in scena fino al 24 gennaio scorso al Teatro Italia di Roma con la regia di Adriàn Aragòn e con gli eccezionali ballerini della Pasiones Company, è la rappresentazione di un’Argentina affascinante e sempre piena di speranza per il futuro.
Il tango come forma d’arte è nato intorno alla seconda metà dell’800 tra Argentina e Uruguay. Ballo basato principalmente sull’improvvisazione, è caratterizzato da eleganza e passionalità. La danza si costruisce sulla fantasia dei ballerini, come se questi intavolassero una sorta di dialogo emozionale basato sulla complicità. Poche regole semplici dettano i limiti dell’improvvisazione: l’uomo guida, la donna segue. Fondamentalmente è l’uomo che chiede con un linguaggio puramente corporeo alla propria ballerina di spostarsi.
Classico e contemporaneo al tempo steso, lo spettacolo Divino Tango è una magistrale creazione dalla mise en scene agile e struggente in cui le storie in bianco e nero, o colorate dalla passione, sottolineano un eros di cui il ballo è una conseguenza sottile.
Adriàn ed la sua Compagnia introducono l’anima di un paese ricco culturalmente, anche grazie ad una colonna sonora accuratamente selezionata: Carlos Gardel, Astor Piazzolla, Francisco Canaro, affiancati alle nuove creazione di Luis Corallini, sono solo alcuni degli autori delle musiche che danno personalità all’opera. Al resto pensano i ballerini con la loro innegabile capacità di esternare bravura e passione, di coinvolgere gli spettatori nell’anima pensante della danza, lasciandoli sognare di amore e passione, di vita e di speranza.
Lo spettacolo tocca i temi attuali di una società moderna con le sue complessità e l’imperante superficialità, dove spesso la cosa più importante è il successo individuale e in cui la battaglia dei sessi è sempre intensa, tanto nella vita sociale che nell’intimità della coppia. Mette l’accento sull’ossessione verso una persona che, come motore di una relazione, può motivare atteggiamenti insensati. Ci presenta la voglia di giocare, di divertirsi, di tornare festaioli, cercando di dimenticare la superficialità dell’inizio e ci ricorda che c’è qualcosa che riempie l’anima, ed è la concrezione dei sogni. In un mondo dove il denaro è “Dio”, coloro che non hanno questa benedizione, sanno che solo con molta passione, talento e sforzo, riusciranno probabilmente ad arrivare alla meta.
Ed è forse poi questa, l’anima vera di questo spettacolo danzante ricco di significati: il tango, dal 30 settembre 2009 dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Culturale Intangibile dell’Umanità, è la passione dei corpi, in primis, ma anche quella dell’anima. Quel desiderio “buono” di rivalsa che solo le buone intenzioni potranno portare avanti.
Da vedere con gli occhi sgranati.
Edyth Cristofaro
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