Gli dei del mare: gli Etruschi e i Fenici sbarcano a Roma
[ARTI VISIVE]
La mostra, Etruschi e Fenici sul mare: da Pyrgi a Cartagine, organizzata dal Complesso del Vittoriano e curata dal Museo del Mare e della Navigazione Antica di Santa Marinella ha lo scopo di presentare al visitatore distratto, due popolazioni fondamentali nella storia della civiltà odierna, gli Etruschi e i Fenici, i quali vengono presentati nel loro rapporto con il Mar Mediterraneo.
Un rapporto contrassegnato dalla genialità nella costruzione di imbarcazioni atte alla sicurezza dei marinai e allo sviluppo delle potenzialità militari costantemente dirette verso empori lontani.
La mostra appare ai visitatori come una lezione di storia su due popoli antichi che hanno lasciato della tracce importanti sui territori su cui si sono stanziati, ovvero la regione sirio-palestinese in un periodo risalente al 7000 a. C. per i Fenici; mentre la Toscana, l’Umbria fino al fiume Tevere nel Lazio erano i luoghi della regione Etruria da cui prese il nome la civiltà etrusca con propaggini in Emilia Romagna e in Lombardia a partire dall’VIII Secolo a.C.
Grazie agli scavi del 1956 presso il santuario etrusco di Pyrgi, ovvero l’antico porto di Cerveteri, sono venute alla luce delle ingenti testimonianze circa la presenza punica nell’Italia tirrenica, supportati dai ritrovamenti di antiche imbarcazioni a tenoni e mortase presso gli scavi di Santa Severa, che vengono spiegate ai visitatori con un supporto audiovisivo, ma soprattutto attraverso il contributo di Mario Palmieri, Responsabile del laboratorio del Museo del Mare.
Ma al di là delle imbarcazioni, delle antiche ancore esposte lungo il percorso della mostra, gli Etruschi e i Fenici vengono riproposti ai visitatori attraverso la creazione in diretta di anfore con il procedimento ed il materiale, l’argilla, utilizzati dalle stesse popolazioni e che per l’occasione vengono eseguite da Pino Pulitani, archeologo presso il Museo del Mare che incanta i partecipanti ai suoi corsi con la sua conoscenza e maestria.
Infine, dopo aver cibato la mente con i procedimenti strategici per la conquista del mare e dopo aver partecipato alla lavorazione dell’argilla, non resta che chiudere con l’incantevole bellezza dei gioielli etruschi e fenici descritti dal maestro orafo Aldo Ferdinandi il quale ripropone, attraverso aneddoti e storielle, la tecnica della granulazione, che consiste nel creare decorazioni tramite centinaia di piccole sfere d’oro allineate una ad una.
La mostra, allestita in due sale del Complesso del Vittoriano, è supportata oltre che da laboratori di anfore e gioielli, da pannelli e tavole fornite di informazioni sulla storia degli Etruschi e dei Fenici, nonché sulle origini dell’alfabeto fenicio poi perfezionato dai Greci e dai Romani, ma anche con oggetti e ambienti di vita antica.
L’evento, la cui chiusura è prevista per il prossimo 13 dicembre, è senza ombra di dubbio un modo curioso di vivere la storia di popoli lontani nel tempo, ma il cui cammino non si è mai arrestato, né per mari e né per monti.
Eva Di Tullio
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