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Drunken Master, regia di Woo-ping Yuen

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DrunkenMasterMoviePosterCINEMA D’ANNATA- Freddy  (Jackie Chan– nella versione originale il nome è: Wong Fei Hung, autentico personaggio popolare cinese) è un incorreggibile cialtrone. Attaccabrighe, casanova (con esemplari di sesso femminile sbagliati, ovviamente) e scansafatiche fino al midollo, si rifiuta di obbedire agli ordini impartiti dal rigoroso padre, procura costantemente grane alla propria famiglia, arrischiando di continuo la pace che vige in città tra le varie famiglie.

 

Il padre di Freddy decide così di spedire il proprio figlio a studiare il kung-fu lontano dalle mura domestiche: alla corte del temibile e severo maestro Su Hua Chi, famoso per ridurre in fin di vita i coraggiosi discepoli speranzosi di apprender da lui. Freddy non ci sta, e fugge da casa, ribellandosi alla decisione paterna, ma, poco lontano, fermatosi in un’osteria a cenare senza il becco d’un quattrino, ne combinerà ancora una volta una delle sue, ritrovandosi contro l’intero staff dello stabile pronto a riempirlo di mazzate. Un vecchio ubriacone darà manforte al giovane, e questi si rivelerà essere proprio il famoso Su Hua Chi, uno dei pochi maestri in possesso delle sacre pergamene degli ‘otto déi ubriachi’.

E’ il ’78 quando la pellicola che consacrerà Jackie Chan come star internazionale di arti marziali drunkenesce nelle sale. Da noi, in Italia, giungerà solo 25 anni più tardi in home video. Curioso è notare come sia ristretta la cerchia di i realizzatori: sia all’epoca, che ora a distanza di tempo. Difatti il regista: Woo-ping Yuen, figlio del celebre (almeno in patria) attore Yuen Siu Tien, che dà il volto all’ubriacone maestro Su Hua Chi, è il famoso coreografo di numerose pellicole Hollywoodiane (per citarne due: Matrix dei Wachowski e La Tigre e Il Dragone di Ang Lee).
Chan, che pochi anni prima bazzicava ancora l’accademia con Sammo Hung (Più Forte Ragazzi), aveva da poco preso parte, come comparsa e come stuntman, a numerose pellicole di world_of_drunken_masterHong Kong della legenda fatta carne: Bruce Lee. E’ interessante vedere come una concezione di gongfu movie così diversa dai rigidi canoni dell’epoca, che, ricordiamo, nella stragrande maggioranza dei casi possedevano più un’impostazione seriosa e tesa, sia stata fuorviata dalla commedia e da siparietti d’animazione, che da lì a quindici anni avrebbero spedito Jackie direttamente negli Stati Uniti a girare interessanti pellicole come Terremoto nel Bronx.
Lo stile dell’ubriaco, ovvero Zui ba xian quan (tsui pa hsien quan), stile degli otto immortali, viene affrontato nel film come un’autentica arte marziale da ubriaconi, e questo è molto divertente, poiché quando scarseggia il vino il maestro sembra improvvisamente perdere il suo talento e la sua abilità; tutto questo, a livello di messa in scena, specie durante le coreografie di azione, ricorda molto personaggi animati come Braccio di Ferro il marinaio o Asterix.
Sarà! Io una volta, ai Castelli (appena fuori Roma), c’ho provato: m’è uscita la rotula…

Luca Vecchi

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