Pittura italiana tra passato, presente e futuro
[ARTI VISIVE]
SALISBURGO- In uno scenario dall’aspetto decisamente tecnologico e futuristico si apre una mostra collettiva di pittura contemporanea che ha come denominatore comune il rapporto con il passato: Una forza dal passato prende vita dal 4 luglio al 13 settembre 2009 a Salisburgo.Quello che pare essere un paradosso temporale è in realtà un progetto artistico esteso ed articolato, ospitato allo spazio di Hangar 7, una struttura enormemente suggestiva in vetro e metallo, concepita come vero e proprio riparo per aeromobili d’epoca e destinato oggi ad accogliere mostre ed eventi. La rassegna è invece quella di hangART-7, giunta ormai alla tredicesima edizione: un’iniziativa che si propone di rappresentare, tramite artisti provenienti da diverse regioni, una panoramica a volo d’uccello sulla pittura contemporanea di un intero paese, e stavolta si tratta proprio dell’Italia. E allora, il riferimento al passato pare quasi obbligatorio, naturale: quale altra nazione è costretta a confrontarsi con un passato artistico ingombrante e schiacciante come quello italiano? Ancora una volta, il terreno di confronto è offerto dalla storia, ancora una volta ciò che unifica le eterogenee realtà italiane, dall’Alto Adige alla Sicilia, è da ricercare in ciò che è stato. La dialettica che l’esibizione vuole instaurare, quella tra nuovi mezzi e nuove frontiere della contemporaneità e il continuo ritorno al passato, è sì, da un lato, tipica di tutta l’arte in quanto tale, ma è anche specifica e preponderante della cultura artistica italiana.
Gli otto artisti scelti a rappresentare la penisola (Alessandro Ceresoli, Gabriele Arruzzo, Valentina D’Amaro, Francesco De Grandi, Francesco Lauretta, Pietro Ruffo, Sybille Trafoier e Francesca Pizzo) espongono tutti opere di natura figurativa, quasi a rimarcare una tendenza sempre più massiccia della pittura contemporanea, e il confronto con il passato emerge in modi diversi e attraverso richiami specifici e individuali. Evidente ad esempio nei lavori di Lauretta, che, pur lavorando a Torino, è il vero portavoce dell’arte siciliana. Dai suoi quadri emerge il dialogo con la componente folkloristica e tradizionale dell’isola, con i suoi colori e i suoi luoghi più significativi, ma anche il riferimento ad un grande maestro della pittura italiana come Renato Guttuso. Palermitano è anche Francesco De Grandi, che mostra però il lato più cattivo e più drammatico dell’esistenza, attraverso la rappresentazione di esseri esclusi, emarginati, con uno stile che ricorda da vicino l’illustrazione e il fumetto, mettendo in scena personaggi che, a detta di Luca Beatrice, ricordano i primi protagonisti cattivi creati dalla Walt Disney. Stile ancora più fumettistico e pop, con figure a campiture piatte contornate da netti profili neri, per Gabriele Arruzzo, i cui soggetti si riferiscono invece ad un patrimonio composito di fonti, dalle fiabe, alla mitologia classica, alla storia cristiana. Così, sulle tele si mescolano, come personaggi provenienti da un unico background immaginifico di riferimento, lucide figure di superman, Prometeo incatenato, o Cristo sulla croce.
Interessanti sono anche le proposte delle artiste donne. Valentina D’Amaro espone una serie di tele che rappresentano, a prima vista, paesaggi costruiti su campiture piatte di tinte verdi, una sequela di quadri ripetitivi, quasi monotoni, da cui emerge però una tenace ricerca di armonia, una sorta di mondo interiore spirituale ed equilibrato che trova una sua manifestazione in questa natura dall’aria immobile e senza tempo. Immobilità e rigidità che caratterizzano anche i ritratti realizzati da Francesca Pizzo. I corpi e i volti rappresentati sulle tele paiono bidimensionali, superficiali, tanto chiari da risultare accecanti. Eppure, questa superficialità, questa neutralità e totale mancanza di emozioni spalanca le porte ad un profondo malessere, ad un’interiorità fragile e tormentata.
Una mostra collettiva, un coro di otto voci tra loro differenti, che parlano di ciò che è la pittura contemporanea in Italia e del suo continuo scambio con il passato. Pittura che si rivela, all’appuntamento di Salisburgo, materia viva e in movimento, che sia maschile o femminile, che il centro sia Milano, capoluogo patrio dell’arte odierna, Roma o Palermo. Forse, era necessario proprio un apporto straniero, un occhio esterno e distaccato, per cogliere con chiarezza le tendenze in atto nella pittura italiana.
Marta Teruzzi
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