Giuliano Palma & The Bluebeaters
[MUSICA]
VILLA ADA- Gran bel live. Ottima, calda e fluida serata di piena estate romana. Giovedì 23 luglio sul palco attaccato al laghetto di Villa Ada a Roma, Giuliano Palma ed i suoi Bluebeaters hanno offerto alla miriade di ballanti e ballerini riunitisi ai piedi dei propri fiati in un caloroso ed affettuoso spettacolo in levare.
Cassa sul secondo movimento, accordi tagliati, ottoni sincopati, ed un’ora e mezza di original ska, rock steady in salsa italian retrò che ha fatto muovere le ginocchia e le caviglie di centinaia, migliaia di persone in cerca di rigenerazione da chiusura di stagione lavorativa. Ormai è fatta probabilmente. Il cantante dalla voce melodica e suadente più famoso del panorama ska italiano ha compiuto la sua missione. Una missione logica, misurata al centimetro e consapevole. È diventato il primo e unico singer nazionale ad impersonare, ed interpretare il rock steady di massa. A sdoganare in maniera assoluta suoni e ritmi non proprio classici nella musica italiana e a farne la migliore chiave di rilettura di pezzi storici del repertorio leggero nostrano. Ha fatto insomma in Italia quello che quaranta e passa anni fa gente come Coxson Dodd, e Duke Reid fecero nei quartieri di Kingston. Far diventare il rock steady, la variante dello ska più lenta, e cadenzata, la più apprezzata musica da ballo in voga. Ovviamente con le dovute differenze e le debite proporzioni.
Il rock steady non fu infatti solo musica da ballo, ma anima e ritmo di rivolte culturali, dell’epoca e della mitologia rude boys, la migliore spinta dai più crudi e incavolati fondi della capitale giamaicana. Qui invece siamo su tutto altro versante. Giuliano Palma e i Bluebeters sono infatti molto distanti da qualsiasi velleità riot e rivoluzionaria. Sono di massa. Ma la massa che ammaliano vuole almeno per quelle due ore in cui li ascolta solo ballare. Questo è ovviamente dovuto da ciò che cantano e suonano. Come detto, storie della storia musicale nostrana, arrangiate in levare. Lo fanno in genere e quindi anche nel concerto di luglio a Villa Ada.
Sul palco di Roma Incontra Il Mondo hanno avvicendato hit e pezzi da novanta conosciuti ormai anche dai sassi. Motivi tipo “Come le viole”, “Messico e Nuvole”, “Wonderfull Life”, “Pensiero D’amore”, “Che cosa c’è”, “Tutta mia la città”. Love songs dal passato italiano che rimandano animo e testa agli anni ’60, ad anni da boom, da vespa, anni vintage per eccellenza, di benessere e proliferazione consumistica simbolica. E il gioco è fatto. Onore al merito ai nostri eroi. Certo, Giuliano Palma e i Bluebeaters non saranno ormai i più duri e puri dello ska, non saranno almeno per due ore rude boys incazzati. Non saranno una band politica. Ma fanno bene alla gente. Rilassano, sorridono e fanno ballare. E vengono da un passato assolutamente noto a tutti, da centri sociali, cover celebri, e ambiente sotterraneo. Hanno la giusta carta d’identità. Almeno per chi scrive. Per chiudere il pistolotto. Il concerto è stato bello. Anche se bello non si usa tanto, ma è parola semplice ed efficace. Canzoni attese e volute eseguite senza tirarsela, bis corposo, inchino finale e saluti sinceri. L’aria era buona quella sera, le zanze erano felici e la gente ben disposta.
Il concerto del 23 luglio ha coronato una serata esemplare insomma, affollata ed armonica, sull’onda della fusione perfetta di due revival che combaciano alla perfezione e che racchiude in levare due epoche e due mondi apparentemente distanti, ma in realtà terribilmente vicini.
Corrado De Paolis
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