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Villa Ada parte II

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Petra Magoni e Ferruccio Spinetti: Musica Nuda

magoni-spinettiVILLA ADA- Fra le sensuali note di una talentuosissima cantante e le sinuose curve di un contrabbasso, abilmente governato da un ragionerie che mastica il francese, a Villa Ada la musica si è spogliata lo scorso 8 luglio, con un’eleganza da far rimanere a bocca aperta. Sul palco Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, davanti a loro una moltitudine di persone che non smetteva di crescere neanche a metà concerto, un dedalo di sagome inginocchiate, sedute, in punta di piedi e di sedie quanto mai occupate.

Lei, una giovane cantante specializzata in musica antica, dall’indole grintosa e la voce duttile, non fa fatica a mettersi a proprio agio con il pubblico già palpitante. Lui, apparentemente più remissivo, la lascia fare con aria a metà tra il rassegnato e il fiducioso, ma nasconde un’ironia intelligente e disarmante, il risultato dell’unione di una coppia così discorde è a dir poco sorprendente: musica di altissimo livello alternata a sketch della cui premeditazione non si ha certezza.
La scaletta proposta dai due artisti è impeccabile e sa combinare abilmente brani prettamente soft con irresistibili esplosioni ritmiche, si passa da Prince (“Kiss”) a Lucio Dalla (“Felicità”), dai Pink Floyd (“Another brick in the wall”) alla musica sacra (“Angeli”) passando per l’intramontabile “Roxanne”, brano dei Police le cui note hanno scandito la nascita del duo quando per la prima volta si è esibito, in una enoteca, davanti a poco più di sei persone.

Petra e Ferruccio sono inarrestabili, se da un lato le esecuzioni dei brani ammutoliscono ogni persona al loro cospetto, il loro umorismo risulta straordinariamente semplice ed efficace, accorciando nettamente le distanze che li separano dal tappeto di adoratori, e da quel cane che, con fare irriverente, dimostra abbaiando di conoscere il prossimo brano mentre i due artisti lo approvano divertiti: risate autentiche che, forse, altri artisti anche meno capaci, si sarebbero ben guardati dal suscitare.
Si respira un’aria di grande serenità ed il tempo, come nelle circostanze più piacevoli, scorre petra_magoni_ferruccio_spinetti_01_milano2006veloce mentre sul palco si aggiunge il sassofono di Peppe D’Argenzio (ex Avion Travel, come Ferruccio, ora facente parte dell’Orchestra di Piazza Vittorio diretta da Mario Tronco).
Sarebbe imperdonabile non ricordare altri brani celebri e sostanzialmente diversi, proposti in nuove forme durante la serata, come “Splendido Splendente” (Donatella Rettore) e “Sei Forte Papà” (di Gianni Morandi, con tanto di partecipazione ironica e disinteressata di Spinetti), ma in realtà l’intera performance meriterebbe un angolo di memoria interamente dedicato.

Dopo due bis, che non sono bastati a saziare il pubblico di Villa Ada, Ferruccio e Petra si sono congedati dirigendosi probabilmente alla macchina, quella station wagon che Spinetti non avrebbe acquistato se nella vita avesse scelto di suonare, al posto del contrabbasso, il “cavaquinho“: un piccolo strumento a corda di origini brasiliane del quale ci ha regalato solo un piccolo assaggio mentre la Magoni improvvisava diversi brani tra i quali “While my guitar gently weeps” dei Beatles.
La tentazione di mettere mano al portafoglio sulla via dell’uscita ha avuto la meglio, ed è così che anche la fine del concerto si è conclusa con una lunga fila, questa volta allo stand che esponeva cd e vinile di Musica Nuda.

Federico Ramondino

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