Villa Ada capitolo primo
Patti Smith: la leggenda
Le leggende non cambiano. Le leggende non muoiono. Le leggende non smettono mai di creare, di sperimentare. D’altronde, se escludiamo queste opzioni, non si potrebbe considerare tale. Patti Smith è una leggenda. Non è mai cambiata, non cambierà mai. La sua intrapendenza, la sua forza, la sua vita passata, la sua arte e il suo esser donna fanno di lei ciò che oggi possiamo vedere e sentire. Una dimostrazione per il pubblico italiano è stata quella del concerto che Patti ha tenuto in forma acustica insieme al fidato chitarrista di sempre Lenny Kaye e alla figlia Jesse Smith, talentuosa e apprezzata pianista, a Villa Ada per il consueto festival estivo Roma incontra il Mondo, giunto alla sedicesima edizione.
Quando l’arte di una donna come Patti, poetessa, pittrice, scrittrice viene rievocata attraverso i suoi concerti che, quasi incredibilmente riesce ancora a sostenere, la tensione e le aspettative salgono alle stelle. Ed è proprio alle stelle che Patti ha voluto farci arrivare. Proponendo molte delle sue migliori canzoni rielaborate in forma acustica, riuscendo così a distaccarsi anche se solo visivamente da quella sfumatura di rock e punk mai di basso livello che l’ha sempre caratterizzata. La sensazione che ne è emersa è quella che, anche se avesse sempre composto con questa formula acustica le proprie canzoni, sarebbe diventata comunque ciò che è oggi. La poesia, i ricordi, le speranze descritte riescono a far riemergere nei presenti tutto la forza e la commozione dei tempi che furono, i tempi in cui Patti faceva baldoria, era rock e se ne fregava della sua reputazione in onore di un’arte che rimarrà per sempre nella storia.
Tutto questo è accaduto a Villa Ada, con la Signora che urlava, si metteva a gattoni, ed ha persino chiesto al pubblico che era stato disposto sulle sedie (punto a sfavore per l’organizzazione, che ha pensato di disporre i presenti a sedere, in quanto il concerto era acustico) di alzarsi in piedi per ricevere l’emozione, linfa vitale per emanare quella forza di cui tutti avevamo bisogno.
Concerto meraviglioso, momenti toccanti, quasi commoventi. Non ha concesso il ritorno sul palco per un’acclamata, ultima canzone di fine concerto, come di solito accade. Ha fatto la scelta giusta. Non ce n’era assolutamente bisogno. Era stato tutto perfetto. Grazie Patti, grazie di esser rimastra ciò che eri. Globalizzazione e comsumismo non hanno intaccato la tua forma prima. E comunque Patti Smith non può cambiare, è una leggenda…
Iacopo Castellani
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