Normali Marziani
2 luglio: documentari marziani, ma non troppo
[CINEMA]
Al municipio 10 della città di Roma, si è tenuto dal 1 al 3 luglio scorso Normali Marziani, un format di nuove spettacolarità che coinvolge Teatro, Musica, VideoArte e Cinema. E proprio sul cinema vogliamo soffermarci, raccontando delle due pellicole-documentario, presentate Giovedì 2 Luglio, per il Terzo Modulo del Progetto “Avventure sul Presente”.
All’interno della Sala Rossa abbiamo assistito a Come un uomo sulla terra di A. Segre- D. Ymer e a Ritorni di Giovanna Taviani, che insieme hanno trattato il difficoltoso tema dell’Immigrazione e dell’Integrazione, se non i retroscena che avvengono nei confronti di questi problemi sociali, spesso non compresi.
Come un Uomo sulla Terra, vincitore dell’ultima edizione del Salina DOC Film Festival, parla di Dag, uno studente di Giurisprudenza ad Addis Adeba, in Etiopia. A seguito della forte repressione politica nel suo paese, Dag decide di emigrare, attraverso via terra il deserto tra Sudan e Libia.
Siamo nel 2005 e in Libia si sono scatenate diverse problematiche: da un lato la violenza dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo e, dall’altro, le sopraffazioni subite dalla polizia Libica, responsabile di arresti e deportazioni non sempre estremamente “puliti”.
Dag, tuttavia, nel suo lungo percorso riesce ad arrivare in Italia, a Roma, iniziando a frequentare la scuola di Italiano Asinitas Onlus coordinata da Marco Carsetti, insieme a svariati volontari: questo risulterà essere un punto di incontro per molti immigrati Africani. Attraverso l’insegnamento presso la Scuola Asinitas Onlus, Dag, imparerà non solo la lingua Italiana ma anche i segreti del video-documentario, decidendo di prendere in mano il progetto di raccogliere le memorie, non solo sue, ma anche dei suoi coetanei sul viaggio compiuto attraverso la Libia.
Questo documentario che ci mostra la vita reale di un uomo alla ricerca di una giustizia individuale, regala non solo un lungo viaggio commovente, ma anche una tematica che racconta sbagli inconcepibili. Uomini picchiati, donne che hanno subito abusi: qui non si parla di umanità, ma di sconcertanti testimonianze che ci aprono gli occhi su un mondo alla deriva. Attraverso i loro volti e i loro occhi capiamo la sofferenza del silenzio, di chi vuole ignorare o di chi, invece, semplicemente non sa.
Questo documentario, come molti suoi precedenti, mira a mostrarci le violenze nascoste dietro il Trattato Italia-Libia, proprio nel momento in cui il Colonnello Gheddafi ritorna in Italia, in occasione del G8.
E sono le parole di Dag a fare davvero la differenza: “Per me questa è la giustizia: dare voce a quelli che non hanno il potere“.
Ritorni, presentato alla prima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Extra, ci narra del fenomeno silenzioso dei movimenti migratori. Ci viene mostrato un insegnante di Lingua Araba presso l’Università di Catania, Karim Hannachi.
Quest’uomo, tunisino, è responsabile della comunità Maghrebina di Mazara del Vallo, possiede moglie e figli e, ogni anno come di consueto, attende la nave che lo riporterà ne suo paese per le vacanze, pronto ad abbracciare amici e parenti. Affrontiamo così questo viaggio attraverso gli occhi di Karim, dalla partenza, lungo il tragitto in nave fino all’arrivo in Tunisia: abbraccia la famiglia ritrovata, riapre l’antica porta di una casa abbandonata e compie innumerevoli passeggiate nel deserto con i figli. Spesso il distacco è difficile, come il ritorno nel paese d’origine: si presenta così pesante ed angoscioso, spesso impraticabile.
Il tema della separazione e della lontananza al centro del documentario della Taviani, tra le riflessioni dei due maggiori esponenti della cultura maghrebina, ovvero Assia Djebar e Tahar Ben Jelloun, ci racconta tre storie differenti, modi diversi di rispondere alla lontananza e al ritorno nella propria casa, scavalcando coloro che con ignoranza rendono ancora gli emigranti come emarginati sociali, pronti magari ad aprire una totale visione sulla scoperta l’uno dell’altro.
Alessia Grasso
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