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Normali Marziani

musica

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3 luglio: la musica su Marte

[MUSICA]

underdogUltima serata quella del 3 luglio scorso per l’evento marziano a Roma, all’insegna della sperimentazione musicale, che vuole gettare uno sguardo, anzi un’orecchio, a quei gruppi che cercano di sprofondare in qualcosa di molto personale, quasi teatrale, letterario, qualcosa che dedica alla musica la più ampia concezione di arte.
Si parte con i Nu Indaco, band romana nata da un’idea di Mario Pio Mancini, storico fondatore degli Indaco, tra i maggiori esponenti della world music italiana e dall’incontro con Antonio Nastasi, tastierista e arrangiatore. La loro musica è fortemente radicata nella world music, ma la loro sperimentazione sta proprio nel cercare di congiungere questo stile a più influenze possibili, passando dal rock al folk, all’elettronica alla progressive, con un occhio alla tradizione della Sardegna.

Fra l’esibizione di un gruppo e il siccessivo, il pubblico è stato catturato dai monologhi teatrali divisi in tre atti della bravissima Nicole Sartirani, che proponeva lo spettacolo Schifo di niente paura di nessuno.

Si è proseguito poi con gli Underdog, eccentrico e giovane gruppo romano, dalle particolari e accattivanti sonorità. Il dolce cantato di Barbara che si attorciglia alla satanica voce di Diego al basso per una confortevole scarica di adrenalina. Il tutto accompagnato da sonorità free jazz, rock e sperimentazione elettronica amalgamata ai suoni di violino e ad inaspettate architetture di batteria.

Altro atto teatrale e salgono sul palco i Torpedo, stralunato ensamble di artisti che spazziano fra matrice dub, eccentriche sonorità punk e spruzzi di drum’n’bass/reggae gettati nel pentolone indie-hiphop per chiudere la loro folle ricerca di un suono proprio.Come si direbbe in gergo: roba per muovere il culo!

Ultimo atto teatrale e sale sul palco l’ultimo gruppo marziano della serata, i Qbeta, unico gruppo non romano salito fino a Roma dalla stupenda Siracusa. Non per niente il loro suono è un mix di sonorità mediterranee latineggianti, folk e funk per far muovere, rock e etniche per concedere al pubblico presente le essenze e gli umori del sud.
Il festival si conclude e la musica marziana se ne torna sul suo pianeta. Speriamo che il prossimo anno i marziani di turno optino per suonare di nuovo sulla Terra: è stata uan bellissima esperienza!

Iacopo Castellani

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