Amiina + Shootin’ stars
[MUSICA]
ROMA- Una di quelle serate in cui vorresti solo chiudere gli occhi e avere un sogno uditivo, quella di mercoledì 24 giugno al Circolo degli Artisti. Locale non pienissimo quando iniziano a suonare le Shootin’ Stars, trio di ragazze che sentono il bisogno di evadere dalla città e sprofondare nella natura.Le canzoni suonano come un folk sporco che viene dalla profonda vena artistica delle tre, rispettivamente una al basso e alle parole, la seconda alla chitarra con una bellissima voce che ricorda quelle figure femminili del rock “cattivo”, intrecciato tra delicatezza romantica e sensibilità femminile. L’altra ragazza alla tromba e alla batteria, per una soffice ritmica a chiudere il cerchio. C’è stato solo un momento in cui la bassista ha smesso di cantare e suonare il basso, mentre una canzone continuava a scorrere. Un pò incuriosito, il giorno seguente, ho personalmente chiesto al gruppo di questa strana e imbarazzante scena che è venuta fuori durante il concerto. Mi è stato gentilmente spiegato dalle tre ragazze che mi hanno scritto: “Per quanto riguarda Teeny-Weeny Kit si trattava di un mezzo playback (con parecchie cose suonate dal vivo) volutamente e vistosamente smascherato verso la fine, una “provocazione teatrale” ispirata a Mulholland Dr. di David Lynch. Ci piace insinuare dubbi e incertezze nel pubblico in un gioco tra realtà e finzione. In parte crediamo non sia stato il contesto più adatto, in spettacoli più teatrali acquista maggiore fascino ed è di più facile comprensione, stavolta ci sembra sia stato apprezzato solo da appassionati di cinema e di teatro. Ovviamente anche noi non apprezziamo i gruppi che suonano in playback e, come si è visto, amiamo suonare parecchio! Insomma, anche se non fosse stata una scelta appropriata, per noi ha un significato artistico“. Io concordo pienamente la deliziosa scenetta surreale, ma ribadisco che non è stata la scelta giusta nel posto giusto. Resta il fatto che queste tre ragazze quando suonano sono molto brave e sono dotate di una propria musicalità personale.
Momento di pausa e cambio strumentazione per montare il palco al gruppo atteso della serata. Le Amiina, quartetto di ragazze islandesi, con collaborazioni, legami sentimentali e gruppo spalla dei famosi Sigur Ros, accompagnate da due ragazzi che suoneranno uno il laptop e l’altro la batteria. Ed ecco che il viaggio cercato si mostra. Il suono che scende da quell’isola lontana è qualcosa di magico. Violini, violoncelli, strani strumenti propriamente islandesi, elettronica e batteria, cori vocali e melodie bellissime. Se ingenuamente si chiudevano gli occhi, finivamo proprio là, nella terra più lontana che ci sia. Nel silenzio più assoluto del pubblico estasiato, le ragazze hanno percorso una lunga strada in quei territori più sconosciuti della loro terra, l’aurora boreale che appare sotto forma di suono. Paradisi artificiali. Certamente anche la collaborazione con i Sigur Ros ha contribuito a creare questa visione e queste sonorità che potremmo definire folk islandese, con la delicatezza romantica e la sensibilità femminile che non sono cosa da tutti. Viaggio di sola andata, destinazione: Islanda...
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