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VITE in JAZZ al chiaro di luna: Patrizia Laquidara

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laquidara_3TIVOLI- L’estate 2009 aggiunge al calendario degli eventi una nuova serie di appuntamenti di qualità. Si tratta di VITE in JAZZ al chiaro di luna, cinque serate di musica sparse nei due mesi di giugno e luglio. I concerti, tenuti nella piazzetta antistante il Caffè della Vite nel cuore del centro storico di Tivoli, vogliono proporre un contesto intimo diverso da un tipico concerto.

La manifestazione è così presentata dagli organizzatori:
“VITE in JAZZ è un pensiero. È un’idea.
L’idea che la musica e la vita possano scavalcare le differenze e sorpassare le paure. […]
A noi piace chiamarli “concerti a conduzione familiare”, dove gli artisti saranno chiamati a condividere il loro talento con un pubblico caloroso ma sempre rispettoso del “momento”. VITE in JAZZ è nato dalla consapevolezza che la vita di un artista e la sua musica sono binomio inscindibile. Così i musicisti potranno raccontarsi e parlare, scherzare e suonare in piena libertà senza l’obbligo del concerto preconfezionato
.”

Lo scorso 9 giugno è stato il turno della cantautrice Patrizia Laquidara.
Nella piazzetta dov’è allestito il palco, la gente aspetta che inizi lo spettacolo: i posti a sedere sono tutti occupati, e tocca stare in piedi per un po’ finché, desiderosi di godere appieno del concerto, molti cercano sedili di fortuna e si lasciano accarezzare dalla musica e dalla voce eterea della Laquidara.
L’atmosfera è davvero quella intima prevista dagli organizzatori: le luci illuminano l’ensemble di musicisti (un batterista, un chitarrista, un bassista e un pianista), che iniziano a suonare l’intro del primo pezzo prima che la cantante salga sul palco.

A sintonizzarsi per prima con il clima raccolto della serata è la stessa Patrizia Laquidara, che laquidaraaffida alla musica lo spazio lasciato libero dalle sue poche parole. Il tempo di svelare ai presenti che «stasera si va a braccio, senza una scaletta precisa, sull’onda del momento», e si parte con un brano dall’album Indirizzo portoghese (2003), “Dentro qui”. Lo stesso album contiene un’altra specie di meravigliosa canzone dell’amore perduto, “Mielato”, eseguita col solo accompagnamento della chitarra e della grande emozione dei presenti.
Patrizia Laquidara spazia liberamente nel suo repertorio, proponendo brani dal suo lavoro del 2007, Funambola. Tra gli altri, cattura l’attenzione “L’equilibrio è un miracolo”, che è la stessa Laquidara, introducendola, a definire «riassuntiva dell’intero album». Seguono “Ziza”, su cui i musicisti imbastiscono una lunghissima improvvisazione jazz; e, a concludere la serata “Personaggio”, una sorta di autoritratto dell’artista e brano di chiusura dell’album Funambola.
Dall’esibizione della Laquidara traspaiono anche il suo amore per la lingua portoghese e le sue origini sicule: in dialetto siciliano canta il brano “1908”, dedicato al disastroso terremoto calabro-siculo di quell’anno. Altro riferimento imprescindibile è Caetano Veloso, al quale aveva dedicato un album nel 2000, Para Voce Querido Cae.
La serata trascorre in modo piacevolissimo, il contatto con gli artisti è forte ed emozionante: sembra davvero di essere ad una serata tra amici che cantano, suonano e fanno quattro chiacchiere; le parole in più sono quelle di Patrizia Laquidara, la musica quella di un gruppo di professionisti affiatati che regalano lunghe improvvisazioni. Il risultato finale è una serie di emozioni difficile da dimenticare.

Chiara Macchiarulo, jazz, martelive, martemagazine, musica, Patrizia Laquidara

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