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Luci dal molo di Formia

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Un molo per una grande festa, tra le luci scintillanti delle giostre e quelle forti e a tempo di musica del palco: Formia per una notte si veste di colori. Ad alternarsi sul palco i Rein, Roberto Angelini e la Bandabardò, all’interno della manifestazione Ballando sul mare del Lazio.
Le giostre, che prima volteggiavano in aria disegnando il cielo, si fermano per dare spazio alla musica…

1Il giovane gruppo romano dei Rein inizia a riempire l’aria di note alle nove e mezza in punto, e riscalda la gente che lentamente si avvicina al palco, con le canzoni dei loro tre lavori, Un’altra estate, Est e Occidente.
Il viaggio parte con una lenta marcia prima dell’arrivo della tromba e la festa, tra testi che parlano di immigrazione, mete lontane e ribellione: “E’ una terra di rimorsi, è una terra sola“. Il gruppo assolve il suo compito di “rompi ghiaccio”, con l’ultima canzone del loro live, che si chiude tra le note di una tromba che sputa fuori tutta la sua energia (“Tu dove eri sorella utopia”), e un “lailalà” che conduce tutti sotto braccio a saltellare. I Rein  passano il “testimone” a Roberto Angelini (quasi irriconoscibile paragonato all’uomo che tutti ricordiamo in “Gattomatto”) che con la sua chitarra ed i suoi arpeggi, in un’atmosfera tesa e cupa, inizia la sua performance.

Si percorrerà la sua carriera tra canzoni piene di rabbia e risentimento e brani piene di dolcezza 2e sensibilità (“Dicembre”).  Sarà “Respira”, più rilassata e aperta, a portarci in una città immaginaria, a guardare il cielo e ruotare su se stessi, inebriati dalla musica e dal calore delle luci del divertimento artificiale: “Anche quando non c’è storia / Respira / anche se è un vuoto di memoria / Anche se hai tuoi occhi la realtà si deforma “.
Dopo l’atmosfera gelida di “Tramonto”, calda, silenziosa e sussurrata prima del finale urlato e pieno di rabbia, e una canzone di “autocritica” tra note grigie e colorate per la serena rassegnazione, il cantautore romano chiuderà la sua esibizione con una grintosa e incantevole cover dell’indimenticabile Lucio Battisti, “Insieme a te sto bene”, mostrando la sua anima rock che si intravede sempre di più nei suoi live. Il “nuovo” Roberto Angelini saluta dal palco tra l’entusiasmo del pubblico che accorre sempre più numeroso, prima di lasciare il posto alla Bandabardò.

7Il travolgente gruppo toscano, fin dal primo momento, cattura la gente che al di là delle transenne li aspettava con trepidante attesa, concedendosi con tutte le sue forze. Saltando fin dal primo momento, le due ore consecutive del loro live daranno vita e vitalità al molo, “Grazie dei sorrisi, vi auguriamo un buon divertimento dalla Bandabardò“. Un battito di mani a tempo accompagna “Sempre Allegri”, slogan del gruppo che corre sul palco e dal bordo incita il pubblico. L’energia e le risate salgono, la presentazione della canzone successiva riguarda una “Danza semplice, si tratta di gironzolare su se stessi“, l’eccentrico cantante scende dal palco e si scatena tra le transenne stringendo contento la mano alle prime file prima di una fine solo chitarra, voce e battito di mani. Dopo il “Fa caldino, facciamo il pezzo lento di questa scaletta“, e il suono della tromba dal fondo, il pubblico è pronto “a cantare in francese e in napoletano insieme” tra  luci verdi per il francese e caos tra la malinconia.
Arriva il momento più comico, viene presentato Ottavio e la sua storia raccontata tra corone di cartone, parrucche ed elmetti. Tutti pronti alla rappresentazione e alle risate senza tempo, tra il delirio del pubblico.

Dopo la degna rivisitazione della canzone “Il Nano”, di Fabrizio De Andrè, la chitarra elettrica ipnotizza e lascia il segno anche nella canzone successiva prima del tuffo “in un villaggio turistico tra animatori osceni” di “Bambine cattive” che catapulta in un saloon tra donne danzanti e uomini titubanti nella turbinante festa.
“Una canzone sgocciolante d’amore”, malinconica e spagnoleggiante prima dell’inno del mojito e del duello guidato dalla tromba e accompagnato da una chitarra avvolgente e una batteria straziante e penetrante.
Ad interrompere il live della Bandabardò, “un momento di pubblicità. Sono in vendita i nostri cd, non si paga in soldi ma in bottiglie di vino“. Il gruppo ricomincia a tempo di valzer con “20 bottiglie di vino”, prima del ritorno di Ottavio che vuole andare a vivere in campagna come Toto Cutugno e l’arrivo a bordo palco di due enormi “B” di cartone, che così come sono arrivate, dondolando lasciano il palco, insieme ai due tecnici che gli hanno dato vita.
Durante “La donna del porto”, la chiamata dal palco e l’arrivo di un fonico che, in punta di piedi, 11cerca di cantare, prima dell’errore e della fine. E’ il momento delle presentazioni e della richiesta di “chiudere gli occhi e pensare ad un futuro in cui chi ci guida lo fa per passione e non per lavoro, per guidare la nostra comunità perché siamo una comunità”  ad annunciare la triste ” Succederà”.
Beviamo qualcosa al nostro baretto portatile e facciamo altre 2-3 canzoni“, queste le parole che hanno annunciato l’arrivo sul palco di un tavolino, contenente acqua, donata subito al pubblico. Il Bis conterrà le famosissime “Manifesto”e “1 2 3 stella”.

Impossibile rimanere fermi, anche i più scettici a fine concerto si prenderanno sotto braccio a danzare trascinati dai testi, dall’ironia e dalla musica saltellante dei toscani, incantati dalle divertenti e teatrali “rappresentazioni” delle canzoni del gruppo, e le irriverenti parole del leader, che con la sua maglia a righe e i suoi calzoncini corti, non si risparmia, e scende spesso tra il pubblico a regalare gioia e spensieratezza.

La serata scorre veloce tra le risate e il divertimento generale. Dopo il saluto della Bandabardò accompagnato dall’indimenticabile “Je T’aime”, e il ringraziamento e tutti i tecnici e a “chi ha permesso un concerto gratis della Bandabardò, dovrebbe succedere più spesso. Un applauso orgasmico a tutti voi che avete ballato“, le luci del palco si spengono e le giostre ripartono per continuare a regalare adrenalina, fino a poco prima scagliata, invece, proprio dal palco.

 

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