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Ecopoetry, un urlo dalla poesia

ecopoetry
[LETTERATURA]

ecopoetry«May Gaia our Great Mother,/ speack through me… may I be a channel, / a conduit for Nature’s words!» (Possa, Gaia nostra Grande Madre, / parlare attraverso di me possa io essere un canale, / un tramite per le parole della Natura!Helen Moore).
Così nasce e si sviluppa una nuova corrente poetica: l’Ecopoetry che dalla fine del secolo scorso si è sviluppata soprattutto nei paesi anglosassoni, dagli Stati Uniti, all’India, dall’Australia al Canada (alla “Brandon University”, è nata una cattedra di ricerca su “Post-postmodern Ecopoetry and Poetry”).

Il progresso ha portato con sè, oltre agli innumerevoli vantaggi, la distruzione sempre maggiore di un bene indispensabile, ma non inesauribile che è la Natura. Davanti a questa devastazione, il mondo dell’arte non è rimasta a guardare, e già dai primi anni sessanta, si sono alzate grida di allarme, rimaste inascoltate fino al 22 aprile 1970, quando 20 milioni di cittadini americani, rispondendo a un appello del senatore democratico Gaylord Nelson, si mobilitarono in una storica manifestazione a difesa del nostro pianeta, per proteggerlo dalla rovina incontrollata, da parte dell’uomo, in quello che prese il nome di “Earth Day”.   
Da allora anche la poesia iniziò a farsi sentire, attraverso opere in cui il poeta diventava la Natura stessa, sentendo e descrivendo le ferite e le lacerazioni inflitte agli alberi, ai ruscelli e a agli animali, come sofferenze vissute in prima persona. Non c’è più il poeta “bucolico” che Ciminiereracconta e penetra nella bellezza della natura, ma un poeta che si affligge e si dispera  e che descrive, in modo crudo e tormentato, ciò che colpisce e distrugge l’ambiente che lo circonda.
La forma dei componimenti è semplice e lineare, per rispecchiare l’essenza della Natura stessa, e per essere facilmente traducibile e compresa da più persone possibili.

Possono essere considerati tra i precursori dell’Ecopoetry il poeta americano, Gary Snyder saggista, letterato e attivista ambientale e la poetessa americana Mary Oliver la cui poesia della Natura è senza dubbio tra le più ispirate. Tra gli esponenti più recenti: il poeta e scienziato Mario Petrucci e John Burnside e Alice Oswald.
In Italia il movimento non ha preso piede, è isolato il caso, nel 2005, della pubblicazione di un testo di Ecopoesia: Ecopoesie nello Spazio -Tempo di M. Ivana Trevisani Bach.

Albero

Stridono, vibrando,
i denti della lama d’acciaio,
e sbranano,
ingordi,
il tronco bagnato
del maestoso, solenne
ed altissimo Faggio. 

Scricchiolando, il fusto
si inclina su un lato
e, tentando un ultimo abbraccio,
intreccia i suoi rami
coi rami fratelli…. 

alberoPoi, s’abbatte di schianto,
con immenso boato,
facendo tremare la terra
nella grande foresta atterrita
e sgomenta
per l’ultimo oltraggio. 

E quando la poesia, arte di sogno e di voli ultraterreni, arte sentimentale ed emozionale, si ferma ad affrontare la crudeltà della realtà, forse il punto di non ritorno è già arrivato, e l’auto-demolizione dell’essere umano si è gia, inevitabilmente, quasi compiuta.

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