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Nel tempio di Giano

Il_tempio_di_Giano
[ARTI VISIVE]

Il_tempio_di_GianoROMA- Nell’ambito di un progetto denominato “Arte e scuola” il marchio Image Event si applica sul frontone del tempio di Giano, spalancando le porte dell’Istituto Turistico Colombo, in via S. Agata De Goti 19f (Quartiere Monti) per aprire anche i suoi spazi all’arte contemporanea.

Nell’antica Roma, le porte del tempio di Giano aperte indicavano lo stato di guerra della città e che, viceversa, chiuse, certificavano lo stato di pace in tutto il territorio circostante. L’organizzazione di Luciano Parisi, il mecenate curatore della Galleria dei Serpenti, non ha cacciato nè gli allievi nè gli insegnanti, ma anzi, con la preziosa collaborazione offerta dalla preside prof.ssa Ester Rizzi e dal direttore, il Sig. Cicerone, ha inteso citare la nota divinità bifronte. Il significato allegorico è il senso di una sfida – una battaglia, se vogliamo – lanciata da Image Event verso la tendenza all’autoconfinamento dell’Arte nei suoi luoghi convenzionali (gallerie e musei) e il senso parallelo di unione pacificante e aggregativa che assume un’azione mirata a portare l’Arte contemporanea nelle periferie e in spazi insoliti come garage, terrazzi, bar, cantine, e sedi pubbliche come appunto le scuole. Lo spazio dell’Istituto, in quanto luogo deputato alla formazione, si compone di aule e corridoi illuminati da luce bianca in cui le opere di alcuni degli artisti più significativi dell’etichetta Image Event acquisteranno sicuramente un’evidenza ancor più singolare, creando un’atmosfera irripetibile.

Dal 5 maggio, giorno dell’inaugurazione, al 12 di questo stesso mese (orario 9:00 – 22:00) saranno dunque esposte nei locali della scuola  le opere di: Alessandro Casanova, Gianluca Cavallo, Fabrizio Cicero, Massimo Crisafulli, Fabio Croce, Marò D’Agostino, Leonardo Fabbri, Paola Andrea Fiore, Edoardo Iosimi, Irene Keller, Nicoletta Maltese, Alisa Milina, Luciano Parisi, Margherita Polo e Lucia Tesel.
Alcuni di questi artisti sono già stati “trattati” su queste pagine web in occasione della mostra “2030 Performing Arts”; a questo proposito ricordiamo che l’ouverture di questa nuova  mostra sarà affidata per l’appunto ai talenti performativi di Francesco Mascia, Gabriele Culurgioni e Jonathan Marino.
Nell’aula di geografia alle 20:00 si terrà il dibattito sull’utilizzo dell’arte negli spazi periferici urbani, con il critico d’arte Maria Elvira Ciusa e l’architetto Maro’ D’agostino, mentre Peter Zavarzin scioglierà i blocchi emozionali dei presenti con la sua musica elettronica.

Martedì 12 maggio alle 18:00, in Aula Magna, con Andrea Maccarrone relatore, verrà presentato il libro “Hotel Hallah” di Giogio Gigliotti, uscito con  Coniglio Editore, e contestual-mente si proietteranno delle diapositive raccolte sotto il titolo di “Viaggi nel mondo arabo”; la chiusura dell’evento si terrà in giardino e sarà affidata alla violinista H.E.R.

Si ringrazia il Laboratorio cinematografico di Massimo Pieroni per la collaborazione, e lo sponsor “Jewel House”, bigiotteria teatrale e cinematografica di via P. Paruta 20, Roma.

Qualche nota sugli artisti espositori: chi verrà alla mostra potrà contemplare, ad esempio, una nuova serie di Alessandro Casanova, intitolata “Esho, vita e ambiente” – foto scattate dal terrazzo della mia abitazione-, interpretazione minimalista affidata ad un giro d’orizzonte limitato dalle facciate dei palazzi ma influenzato dal dinamismo incessante degli stati d’animo d’un autore che, tra stampe fotografiche e pittura, non smette di analizzare le dimensioni dell’emotività.
Saranno esposte anche le nuove opere di Gianluca Cavallo, che dopo l’ampia esperienza figurativa visionaria, è passato ad una fase informale caratterizzata da piccoli grandi segni gestuali, ma senza privarsi della sua relazione citazionista con teatro, cinema e letteratura.
Fabrizio Cicero attraverso la scomposizione in bianco e nero di figure dalla funzione cinematografica e sociale compone in un puzzle minimalista quelli che forse si pongono come suoi dilemmi interiori.
Massimo Crisafulli, grafico, e pittore tra memoria universale e modernità, proporrà i suoi lavori ispirati alle pitture rupestri maya, polinesiane e degli aborigeni australiani.
Di Fabio Croce, pittore di classe 1961, ma formatosi artisticamente negli anni ’80, sappiamo invece che è di area postmodernista.
L’architetto Marò D’Agostino invece è impegnata in una serrata indagine sulle soglie, sulle aree di bordo e di confine in cui piazza le sue installazioni, mostrando lo spazio come strumento di demarcazione territoriale che regola o limita il contatto con l’altro secondo logiche dettate dalla fluidità/flessibilità o dalla rigidità paranoica del Sistema.
Paola Andrea Fiore, d’origine argentina, dopo il confronto con il mondo della moda e quello del fumetto, si dedica alla pittura, adottando uno stile figurativo che ricorre ampiamente alla tecnica della velatura per dare profondità anche emozionale alla sua rappresentazione del corpo.
Edoardo Iosimi affidandosi come sempre alla sua personale grammatica delle forme astratte, proporrà il suo sguardo allegorico che insiste sulla dualità interiore dell’Uomo, restituendola in un gioco di vuoti e pieni, luce ed ombra.
Irene Keller con la sua opera proposta ricerca la possibilità di un dialogo con l’inconscio col mezzo dell’incisione seguendo con rigore la lezione freudiana ma proponendola con un linguaggio underground filtrato attraverso una certa ottica decadente e naif al tempo stesso.
Nicoletta Maltese alimenta la sua innata curiosità col ricorso inesausto ad una polimatericità che l’aiuta nella ricerca energetica dell’invisibile nell’inesauribile repertorio dei suoi stessi segni.
Alisa Mulina, trentunenne russa, nel suo percorso di accademico, professionale e artistico si è mossa tra Russia, Ucraina, Inghilterra e Italia collaborando anche come scenografa per produzioni di cinema, moda ed editoria.
Margherita Polo trasfigura la realtà in piccoli quadri in cui lo scatto fotografico iniziale è poeticamente stravolto dall’intervento grafico ottenuto con diversi media, ottenendo, tra l’altro, la metamorfosi di pigne in uccelli militari, di cellule cerebrali in coppie danzanti.
Per ultimo, ma non certo in ordine d’importanza, ricordiamo la presenza anche come artista espositore, dell’organizzatore Luciano Parisi, la cui ricerca pittorica, fotografica e video lo spinge a superare la pura visibilità del reale per attingere al territorio delle disposizioni d’animo, in cui l’ironia e l’autoironia sono strumenti di un giocoso esorcismo contro gli spettri dell’insoddisfazione.

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