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Francesco Di Bella, ghostwriter dei 24Grana

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Abbiamo intervistato Francesco Di Bella, il frontman, cantante e autore dei 24Grana che alla vigilia della quinta serata musicale del MArteLive ci ha risposto con gentilezza e generosità. Leggete cosa ci ha detto…

cover24granaL’ultima volta che siete venuti a Roma avete suonato allo Strike e alla Stazione Birra, l’ultimo vostro disco è Ghostwriters del 2008 (molto bello tra l’altro), quale repertorio proponete in questo tour?
Stiamo lavorando molto su Ghostwriters, è il disco che al momento chiaramente ci piace di più suonare, poi ovviamente ci sarà anche del materiale dai dischi precedenti ma il mood che vorremmo accarezzare di più è quello di Ghostwriters, le scalette in realtà cambiano spesso, circa ogni mese mettiamo fuori qualcosa e facciamo rientrare qualcosa di vecchio, un po’ come abbiamo fatto con Metaversus (del 1999, ndr.) di cui facemmo una ristampa e quindi poi per una mezza stagione ci siamo divertiti a risuonare dal vivo…

Quel disco rimane sicuramente una pietra miliare, sono passati giusto 10 anni da Metaversus
Se te lo ricordi vuol dire che sei un mio contemporaneo, io ho 36 anni e ne devo fare 37…(ride)

Nell’ultimo disco hanno partecipato molti amici musicisti del “giro romano”, da Riccardo e Daniele Sinigallia a Filippo Gatti, Marina Rei e Max Gagliardi (quest’ultimo in realtà è napoletano, figlio del grande Peppino Gagliardi, ndr.) che mi ha parlato molto bene di voi, dice che pur provenendo dal mondo classico non si è mai trovato così bene a collaborare con musicisti come voi (ha suonato il piano e scritto gli archi in Ghostwriters, ndr.)
Sì infatti è stata un’esperienza bellissima, siamo stati a Roma per un mese mangiando e dormendo con gli amici romani, alcuni di loro sono stati anche nostri ospiti nei concerti che abbiamo fatto a Roma e non solo, questa volta per motivi tecnici non è stato possibile…

Noto che la tua scrittura è cambiata nel corso degli anni, ti stai avvicinando mano a 24granamano ad una sorta di cantautorato napoletano evoluto (in certi aspetti mi ricordi un po’ la versione aggiornata del primo Pino Daniele), volevo sapere se ci dobbiamo aspettare un’evoluzione del gruppo 24Grana in questo senso…
I 24Grana sono innanzitutto un suono generato da quattro persone che suonano insieme da tantissimo tempo, a parte le tournée del ’95-’96 con Renato (Minale, il batterista, ndr.) e Nando (Cotugno, il bassista, ecc.) suonavamo insieme già da 6-7 anni, poi la mia esperienza di songwriter e di scrittore di canzoni la coltivo sin dalla nascita del gruppo ed è una di quelle cose sui cui ho cercato di migliorarmi, all’inizio c’era più l’urgenza di tirare fuori dei testi connessi al fatto che avevamo 20 anni e volevamo esplodere, poi piano piano mi sono avvicinato più alla forma canzone (melodia, accordi, ecc.) ma penso che si possa stare tranquilli sul fatto che i 24Grana rimangano un gruppo…
Sicuramente nelle canzoni ci sono tanti ingredienti, tante spezie che si prendono a 360 gradi dal proprio background, quindi i cantautori italiani come Tenco, De André, Daniele, che comunque rimane l’ultimo grande autore di canzoni napoletano, almeno come cantautore, poi sono venute grandi canzoni anche dagli Almamegretta che però avevano un modo di comporre diverso…

Tu invece ti poni più da cantautore rispetto a loro, se non sbaglio hai sempre scritto tu le canzoni dei 24Grana…
In realtà in Underpop (disco del 2003, ndr.) c’è una canzone scritta da Giuseppe Fontanella (il chitarrista, ndr.), comunque chi vuole scrive, la cosa bella dei 24Grana è che comunque siamo liberi di essere noi stessi, forse anche per questo riusciamo a stare insieme da tanto tempo in una maniera gratificante, siamo amici anche al di fuori del gruppo, non siamo “colleghi di lavoro” ma una famiglia…

24_GRANAState preparando un nuovo disco?
In realtà non ancora, io ho rivoluzionato un po’ le mie abitudini, adesso ho un bambino di sette mesi, questa “creatura” mi ha cambiato abbastanza la vita, fa parte di un cammino e di un’esperienza importante che poi finisce per influenzare anche la scrittura e le cose che faccio, mi fa molto piacere essere contemporaneamente papà e rocker, sono alla ricerca di una nuova scrittura, quando ero a Roma mi confrontavo pure con Riccardo Sinigallia che recentemente ha avuto un bambino e anche lui diceva che “è tosta”, rispetto alla routine che ero riuscito a creare prima di Ghostwriters che comunque è maturato dopo circa 4 anni di scrittura di canzoni non è facile, anche perché non abito più in città ma in collina vicino Salerno, e quindi chiaramente anche il quotidiano, il vissuto, lo stress che comunque ti crea Napoli e che ti porta a scrivere in un certo modo si è allontanato…

Si prospetta quindi una scrittura “bucolica”?
Non credo (ride), devo sempre riuscire a guardarmi allo specchio, in realtà qualche tempo fa in una recensione su Left ci definirono “con quella loro aria da precari della musica”, sicuramente ne abbiamo fatto una professione ma “a progetto”, quindi anno per anno e disco per disco dobbiamo sempre inventarcelo un po’ il lavoro, non ci consideriamo né arrivati né assunti definitivamente nella musica, comunque la grinta e il vigore nascono sempre da quella che il mio amico Riccardo Sinigallia definiva “una scomoda ambizione”, ma nemmeno perché in realtà l’ambizione sarebbe quella di poter vivere tranquilli e fare della musica girando per la penisola, anche se l’ambiente italiano non è facile, soprattutto da “indipendenti”, in Italia se vuoi fare un po’ di fortuna devi avere delle caratteristiche “giuste” per arrivare, quindi non parlare mai troppo, non alludere mai troppo, tranne in certi casi in cui la “parola ribelle” ci può stare, ma sicuramente la radio e la televisione non permettono di passare canzoni di un certo taglio, non si può dare un’immagine totale della scena musicale italiana…

Voi siete riusciti con quest’ultimo disco a passare i filtri dei media?
Sì piano piano ci stiamo riuscendo, da Radio Capital a Radio Rai (ad es. nella fascia di Silvia Boschero), vuol dire che significhiamo qualcosa per la cultura della nostra regione e per il “rock italiano”, questo ci fa molto piacere perché credo che un po’ ci sia dovuto per tutto quello che ci abbiamo messo in tutti questi anni, quindi non faccio nemmeno il discorso della “controcultura”, è chiaro che in un momento come questo di crisi ti trovi a confrontarti con un mercato ancora più ristretto, non vivi in una bolla di vetro anche se fai l’artista…

Anzi, di questi tempi è difficile farne un lavoro, voi tanto per ribadire il vostro impegnocover_impastato avete partecipato anche alla compilation-tributo dedicata a Peppino Impastato con “Stancu sugnu”…
Sì a livello discografico è stata l’ultima cosa che abbiamo fatto anche se quel brano in realtà l’abbiamo registrato precedentemente all’intero Ghostwriters, ma poi questa compilation ha dovuto aspettare un po’ prima di vedere la luce, chiaramente certe cose è molto difficile farle uscire, la raccolta è molto varia ed è prodotta dal Manifesto, dal Centro Impastato e da Giuseppe Fontanella (il chitarrista) che ha curato la direzione artistica e ha contattato tutti i gruppi, siamo stati ben felici di partecipare.

Ti ringrazio Francesco, a questo punto ti saluto!
Grazie a te, a presto!

www.24grana.it

www.myspace.com/24grana

24 grana, martelive, martemagazine, musica

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